Spazio

Il rover Opportunity nel pieno di una tempesta di sabbia

La Nasa ha messo a riposo in via precauzionale il piccolo rover Opportunity, che da 14 anni esplora il Pianeta Rosso.

Una notte lunga e scura è scesa su Perseverance Valley, dove da mesi si trova il rover Opportunity: una violenta tempesta di sabbia sta interessando una vasta area del Pianeta Rosso e nella zona in cui si trova il piccolo robot della Nasa l'atmosfera è assai più scura e opaca di quanto lo era nel 2007, quando si verificò il precedente evento globale. Per quella tempesta si misurò un livello di opacità (T, tau) di 5,5: per l'attuale evento domenica mattina (10 giugno) già si registrava un valore di 10,8.

Tecnologie ormai fragili. Gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory vivono con apprensione queste giornate: Opportunity è al lavoro sul Pianeta Rosso da 14 anni. Arrivato su Marte nel 2004, nelle più ottimistiche previsioni avrebbe dovuto funzionare per una novantina di giorni!

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Il percorso del rover sul bordo del cratere Endevour e la discesa nella Perseverance Valley. © Nasa

Al momento il rover è stato messo a riposo, in via precauzionale, anche se l'ultimo messaggio arrivato al centro di controllo (domenica) è stato giudicato positivo.

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Marte, giugno 2018: il cielo sopra Opportunity, nel mezzo di una gigantesca tempesta di sabbia. © Nasa / JPL

Il team di Opportunity ha comunque allertato il Deep Space Network della Nasa, il sistema globale di antenne che tiene i collegamenti con le varie sonde nel Sistema Solare, per potersi collegare con frequenza e avere così un quadro preciso dell'evoluzione del fenomeno.

L'ultimo tentativo di collegarsi con Opportunity è stato fatto mercoledì 13 giugno, ma non ha avuto successo. In base ai parametri scaricati l'ultima volta dal rover le batterie producono 22 watt/ora di corrente rispetto agli oltre 600 watt/ora di prima della tempesta: una quantità appena sufficiente per tenere in vita Opportunity.

Sessanta volte l'Italia. Domenica 10 giugno la temperatura del rover era di -29 °C, un valore ritenuto ancora "buono" dai tecnici, ossia tale da permettere al rover di sopravvivere all'evento. La temperatura però non deve scendere troppo né troppo a lungo, altrimenti gli strumenti di bordo vanno fuori uso. Tra l'altro il rover è alimentato con energia elettrica prodotta da pannelli solari e un eccesso di polvere fa cadere a zero la capacità di ricarica: la quantità di polvere, però, nonostante le tante ricadute negative, fa anche da isolante e la temperatura media del rover potrebbe addirittura ad aumentare, seppure di poco.

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Marte, 2007: il Sole in una serie di scatti dalla fotocamera del rover Opportunity nel corso della tempesta di sabbia del 2007. © Nasa / JPL

La tempesta è stata rilevata dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (Nasa) lo scorso primo di giugno e subito ci si accorse che era estremamente vicina a Opportunity. Nel giro di pochi giorni ha assunto dimensioni gigantesche: adesso occupa una superficie di circa 18 milioni di chilometri quadrati, ossia circa 60 volte la superficie dell'Italia.

C'è un precedente. Opportunity uscì quasi indenne dalla tempesta di sabbia del 2007, quando fu messo a riposo quasi totale per un paio di settimane - durante le quali se ne persero anche i contatti per alcuni giorni.

Seppure rare, queste tempeste sono un fenomeno normale su Marte. Quando arriva l'estate la luce solare riscalda le particelle di polvere, sollevandole molto in alto nell'atmosfera: questo causa venti intensi, che sollevano ancora più polvere e il tutto aumenta a dismisura, al punto che si verificano anche tempeste di polvere che ricoprono l'intero pianeta.

12 giugno 2018 Luigi Bignami
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