I dati inviati a Terra dal rover Curiosity confermano che la regione di Marte che sta esplorando è la più ricca di materiali argillosi trovata finora: due campioni prelevati dal rover nelle ultime settimane - dalle formazioni rocciose Aberlady e Kilmarie - hanno rivelato la maggior quantità mai registrata, durante la missione, di minerali tipici delle argille.
Il particolare interesse per le argille è dovuto al fatto che si formano là dove c'è (o c'è stata) acqua, essenziale per la vita - e l'obiettivo primario di Curiosity è proprio quello di aiutarci a capire se nel lontano passato del Pianeta Rosso ci siano mai state condizioni adatte a supportare la vita.
Le analisi condotte nel laboratorio all'interno dal rover stesso rivelano che vi è pochissima ematite (un ossido di ferro), un altro minerale che si forma in acqua, e che era invece abbondante in un'area esplorata mesi fa.
Le presenza delle argille è ancora da interpretare, ma l'idea è che si siano formate in presenza di fanghi che, essiccati, hanno dato origine alle due piccole formazioni rocciose sondate da Curiosity. Dove c'era più ematite, invece, è possibile che ci fosse una maggiore quantità di acqua (e meno fango).
Durante questa serie di analisi Curiosity si è preso il tempo per puntare le macchine fotografiche verso il cielo in un momento in cui passavano delle nuvole, tra il 7 e il 21 maggio: nuvole di ghiaccio d'acqua, probabilmente, che passavano a circa 30 chilometri di quota. L'altitudine è stata calcolata con ragionevole precisione anche grazie alle osservazioni delle stesse nuvole effettuate dalla sonda InSight, che si trova a 600 chilometri da Curiosity per studiare i terremoti.