Il progetto Mars One continua a far parlare di sé: la startup danese che lo scorso giugno aveva annunciato di voler inviare i primi coloni umani su Marte nel 2023 e di voler trasformare il loro viaggio nel primo reality spaziale, pochi giorni fa ha comunicato ai media l’intenzione di voler lanciare sul pianeta rosso, nel 2018, una copia del Mars Phoenix Lander.
In caso di successo, il clone di Phoenix sarà il primo veicolo spaziale privato a raggiungere Marte.
Prove tecniche di colonizzazione
Il clamoroso annuncio è stato dato da Bas Lansdorp, amministratore delegato della futuristica azienda.«Obiettivo di questa impresa è quello di mostrare alcune delle tecnologie che utilizzeremo per colonizzare Marte nel 2025”, ha dichiarato alla stampa.
Se non si è trattato di un errore, Lansdorp ha quindi anche implicitamente ammesso che lo sbarco su Marte, originariamente previsto per il 2023, è in ritardo di un paio d’anni sulla tabella di marcia.
Secondo quanto dichiarato alla stampa, Mars One sta stringendo accordi tecnici e commerciali con diverse aziende del settore aerospaziale, dalla Lockheed Martin che aveva progettato e costruito il primo Phoenix, alla Surrey Satellite Technlogy, l’azienda britannica che dovrebbe fornire il satellite necessario alla trasmissione sulla Terra delle immagini girate dal rover.
Toc toc, c’è acqua?
Di dettagli tecnici sul clone di Phoenix ne sono stati dati pochi: si sa che sarà molto simile all'originale e che avrà due obiettivi principali: testare pannelli solari flessibili di nuova concezione e provare ad estrarre acqua dal suolo marziano.
Costo totale dell’operazione: 475 milioni di dollari, circa 344 milioni di euro. Chi paga? Al momento non è chiaro: Mars One ha attivato una campagna di crowdfunding su Indiegogo, con la quale, fino a oggi, ha raccolto circa 60.000 dollari.
Ma l’AD non sembra preoccupato: «La Loocked Martin sta già costruendo per la NASA il successore di Phoenix che verrà impiegato nella missione InSight prevista per il 2016. I costi di Mars One saranno contenuti perché non sarà necessaria una nuova fare progettuale».
Sarà vero?
Le previsioni di Lansdorp sul successo del progetto Mars One sono credibili?
«Atterrare su Marte è molto complesso - spiega a New Scientist Bruce
Banerdt, responsabile della missione InSight, - ma se la Lockheed Martin,
che ha le tutte le competenze necessarie, crede nel progetto, sarà
difficile non riuscirci».
Ma per la NASA le tempistiche dettate da Lansdorp sembrano comunque
eccessivamente ottimistiche: la missione InSight, prevista per il 2016, è
in fase di studio dal 2010. E comunque Mars One avrà bisogno di
competenze come la trasmissione dei segnali dallo spazio profondo o la
mappatura ad alta risoluzione delle zone d’atterraggio che al momento si
trovano solo nelle agenzie spaziali governative. «Se la missione fallirà, manderemo su Marte una nuova copia di Phoenix
nel giro di un paio di anni», conclude con serenità Lansdorp.