Il 20 luglio 1969 il modulo lunare dell'Apollo 11 toccava il suolo del nostro satellite. Il 22 novembre 2016, 47 anni dopo, una delle scienziate che determinò il successo della missione, ha ricevuto da Barack Obama la medaglia presidenziale della libertà, la più alta onoreficenza civile degli Stati Uniti, concessa a chi ha contribuito alla sicurezza, agli interessi, alla pace o alla cultura nel Paese (vedi foto più sotto).
Quella donna è Margaret Hamilton, 80 anni, divenuta simbolo della scienza al femminile: nel 1965, non ancora trentenne e con una figlia piccola che la seguiva in laboratorio, divenne responsabile presso il MIT Instrumental Laboratory della progettazione del software dell'Apollo Guidance Computer, il computer di bordo sia del modulo di comando, sia del modulo lunare della missione Apollo 11.
Preistoria digitale. In quei tempi lo sviluppo di software - che la Hamilton ribattezzò software engineering, per distinguerlo dagli campi dell'ingegneria - era spesso affidato alle donne, perché ritenuto una specializzazione di minore importanza. Ma senza il meticoloso lavoro della scienziata, l'allunaggio avrebbe potuto concludersi in un nulla di fatto.
Pochi minuti prima del touchdown del lander, infatti, scattarono diversi allarmi per l'attivazione inaspettata (e inutile, in quel momento) del radar per il rientro del LEM sul modulo di comando.
Non serve, ignoralo. Il software sviluppato da Hamilton fu in grado di soprassedere a quell'errore, che rischiava di mandare in sovraccarico il computer di bordo, compromettendo l'atterraggio, per concentrarsi solo sulla discesa e sulle informazioni di allunaggio da dare agli astronauti.
Margaret aveva previsto l'eventualità di sovraccarico e conflitto di informazioni durante la discesa, e aveva sviluppato un programma capace di organizzare i compiti in base alle priorità, escludendo quelli non necessari.
Indistruttibile. Il software si rivelò talmente pulito e funzionale, che non mostrò bachi (bug) in nessuna delle successive missioni Apollo, e fu poi riadattato per essere usato su Skylab, la prima stazione spaziale degli Stati Uniti, e sullo Space Shuttle.
Cucita a mano. «Dovevamo simulare ogni cosa prima del volo, non c'era una seconda possibilità», ha ricordato la Hamilton in diverse occasioni. Una volta provato che il codice era "solido", un gruppo di donne, soprannominate Little Old Ladies per la mansione ad esse affidata, intrecciavano i cavi in rame della ROM attorno a una serie di anelli magnetici che memorizzavano il codice binario. Fino a ottenere una memoria di lettura praticamente indistruttibile.