Spazio

La maledizione della Luna? Peregrine doveva spargere sulla Luna le ceneri di 70 persone e un cane

Dietro la missione Peregrine, c'è una storia di tensioni fra agenzie spaziali e nativi americani, che protestano contro l'uso della luna come un cimitero.

Qualcuno deve avere pensato a una maledizione, quando quel guasto tecnico, la perdita di carburante, ha costretto la sonda Peregrine della compagnia spaziale privata Astrobotic, a rientrare nell'atmosfera terrestre per autodistruggersi, non avendo più alcuna possibilità di atterraggio sulla Luna.

Carico funebre. Peregrine era stato lanciato l'8 gennaio 2024 dalla compagnia spaziale americana Astrobotic, e avrebbe dovuto essere il primo lander commerciale ad atterrare sulla Luna. Aveva 20 carichi utili, tra cui 5 strumenti della NASA e un carico funebre: i resti cremati di 70 persone e quelli di un cane, inviati per conto di due società statunitensi, Celestis e Elysium Space, che vendevano biglietti per l'eterno riposo sulla Luna. Senza considerare, però, che trasformare la Luna un cimitero a cielo aperto, offende le credenze di molte popolazioni, la cui religione attribuisce un grande valore simbolico al nostro satellite.

esclusiva Lunare. I Navajo, per esempio, considerano la Luna un'antenata, come una nonna. E ritengono che prima di utilizzarla a scopi commerciali, magari per assecondare il narcisismo di bianchi straricchi, sarebbe meglio consultare anche loro.

"Nonna Luna" diede loro la vita e non è un luogo destinato ai morti. Secondo l'astrofisico di origine Navajo, Alvin D. Harvey, del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, autore di un articolo su Nature, molte popolazioni al mondo potrebbero sentirsi offese per la "commercializzazione" della Luna, che rimane per lo più non regolamentata.

Fra scienza e fede. Molte popolazioni indigene, inclusi i Diné (in navajo) della Nazione Navajo, provano profondo disagio di fronte a questa profanazione. «La Luna è una nostra antica parente», afferma Harvey. «Nonna Luna è un termine reverenziale, condiviso da molti popoli indigeni, dovremmo essere attenti e rispettosi quando la visitiamo».

Valore simbolico. Il rapporto poetico e religioso con stelle e satelliti naturali si trova anche nella cultura occidentale (chi per esempio riderebbe di san Francesco che nel Cantico delle creature parla di fratello Sole e sorella Luna?). Il fatto che un astrofisico Navajo veda la Luna come sua antenata alla luce della propria religione, non deve stupire.

Nelle società moderne esistono astrofisici cristiani, musulmani e induisti: anche questi scienziati credono di essere stati creati da un essere divino. A dimostrazione che la tradizione, la simbologia e la spiritualità possono andare in parallelo con scienza e tecnologia.

In difesa della Luna. Il presidente della Nazione Navajo, Buu Nygren, saputo del piano di lasciare le ceneri di 70 persone cremate sulla Luna, ha protestato con la NASA e con il Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti (DOT) chiedendo di fermare la missione e di consultarsi con le nazioni indigene.

Non è la prima volta. Una vicenda simile si era già verificata in passato. Nel 1999, i Navajo protestarono con la NASA per aver inviato parte dei resti dello scienziato Eugene Shoemaker (co-scopritore della cometa Shoemaker-Levy) sulla Luna, a bordo del Lunar Prospector. La NASA si scusò e promise di consultare i nativi americani se avesse ancora pianificato missioni simili.

Assemblea congiunta. In quell'occasione, l'agenzia spaziale dimostrò le sue buone intenzioni mandando dai Navajo una delegazione, guidata da un dipendente NASA indigeno, per approfondire le ragioni della protesta. L'incontro si svolse a Pinon in Arizona in un hogan, una camera cerimoniale dove i nativi svolgono in cerchio le loro assemblee, un luogo visto dagli antropologi come esempio di democrazia diretta.

La "vendetta" della nonna. Dopo questa pacificazione, tutto lasciava ben sperare, invece con l'invio di Peregrine e il suo carico funebre la fiducia dei nativi è stata nuovamente tradita. La Nasa questa volta si è tirata fuori dalla disputa, dicendo di essere cliente di Astrobotic e invitando i nativi a indirizzare alla compagnia privata le proteste.

23 gennaio 2024 Franco Capone
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