La sonda giapponese Akatsuki, in orbita intorno a Venere da dicembre 2015, non fa parlare di sé come alcuni orbiter marziani, ma in silenzio sta assicurando un egregio lavoro di osservazione. Le cinque telecamere di cui è equipaggiata permettono di esplorare il pianeta nella luce visibile, nell'infrarosso e negli ultravioletti, e ci hanno restituito, nelle ultime settimane, queste spettacolari foto.
Le immagini sono state riprocessate da Damia Bouic, fotografa e blogger di The Planetary Society, e mostrano il complesso e dinamico sistema meteorologico nell'atmosfera venusiana.
Sono in falsi colori - le tonalità sono cioè state accentuate o variate in alcuni casi, per far emergere particolari caratteristiche - ma allo stesso tempo piuttosto fedeli alle originali (che potete vedere allo stato "grezzo", qui).
Alcune immagini mostrano il bagliore notturno del pianeta nella lunghezza d'onda degli infrarossi, altre gli intrecci e i vortici tessuti dalle nubi nella tossica atmosfera del pianeta. Come si nota, le regioni polari sembrano meno turbolente di quelle tropicali.
La sonda Akatsuki è stata protagonista di un'odissea spaziale, prima che potesse arrivare alla meta. Lanciata il 20 marzo 2010, a dicembre dello stesso anno non riuscì ad agganciare l'orbita di Venere (i suoi motori frenanti non rimasero accesi abbastanza a lungo). Ci riprovò però con successo cinque anni dopo, dopo un lungo viaggio che la condusse fino a 80 milioni di km dal Sole.
E per fortuna: se si escludono la missione dell'ESA Venus Express, del 2006, e la sonda Magellano della Nasa (ma era il 1990), negli ultimi anni il vicino pianeta è stato un po' trascurato, dalle missioni di esplorazione spaziale. L'Akatsuki sta recuperando terreno studiando - tra gli altri fenomeni - le onde di gravità del pianeta, il suo vulcanesimo, i venti, i lampi e le formazioni nuvolose.