Da un'impressionante macchia solare visibile ad occhio nudo le tempeste solari degli ultimi giorni, responsabili di spettacolari aurore boreali.
La macchia 720 fotografata da Jan Koeman (Kloetinge, Olanda). |
Crescita rapida. In soli cinque giorni dalla sua formazione si è ingrossata fino a raggiungere le dimensioni del pianeta Giove. In poco tempo ha prodotto 22 brillamenti di una certa consistenza. Alcuni di questi non hanno raggiunto lo stesso livello di emissioni di raggi X delle tempeste solari che hanno investito la Terra nell'ottobre-novembre 2003, ma in termine di protoni ad alta energia sono state classificate come le tempeste di radiazioni più violente dall'ottobre 1989.
Togli il tappo. Le macchie solari sono regioni solari con un'energia magnetica molto intensa, più fredde rispetto alla superficie solare che le circonda. Si comportano un po' come il tappo di una bottiglia di champagne sbattuta: quando vengono "stappate", scagliano nello spazio radiazioni e materia. Generalmente i brillamenti di fotoni e raggi X vengono classificati in base all'intensità: M per quelli di media violenza e X per quelli di alta, con un numero seguente per registrare un ulteriore grado di intensità.
La macchia 720 ha prodotto un brillamento di classe X7, uno dei più intensi degli ultimi anni, che ha spinto alcune compagnie aeree a cambiare momentaneamente le rotte polari (dove la protezione dalle tempeste solari è minore) di alcuni voli. Anche i due ospiti della Stazione Internazionale si sono dovuti rifugiare in una zona meno esposta e hanno rimandato una passeggiata spaziale in programma per questi giorni.
Cicli e ricicli. La nostra stella ha un'attività che segue un ritmo di 11 anni. Il picco è stato raggiunto intorno al 2000 e le tempeste solari di questi giorni non sono dunque una novità e neppure stupiscono gli astronomi professionali. Ma fanno la gioia di quelli amatoriali che possono osservare fenomeni eccezionali.
(Notizia aggiornata al 25 gennaio 2005)