Sino a poco tempo fa si pensava che la Luna fosse un corpo planetario completamente arido, ma le misure effettuate lo scorso anno dall’orbiter lunare indiano Chandrayaan-1 e l’impatto all’interno di un cratere mai illuminato dal Sole della sonda della NASA LCROSS hanno mostrato che quest’idea era completamente sbagliata.
Ghiaccio nei crateri
Gli strumenti di Chandrayaan-1 hanno scoperto all’interno di una quarantina di crateri presenti nelle regioni polari del nostro satellite strati di ghiaccio d’acqua ad una profondità di circa 2 metri la cui massa è stata stimata in almeno 600 milioni di tonnellate, mentre le lunghe e complesse analisi dei dati spettroscopici della nube di detriti sollevati dall’impatto di LCROSS dello scorso 9 ottobre ha evidenziato in maniera diretta e senza ombra di dubbio la presenza di ghiaccio d’acqua.
Ma dove si trova l’acqua?
Il ghiaccio d’acqua lunare non sembra però essere distribuito in maniera uniforme. I dati raccolti da Chandrayaan-1, infatti, mostrano che all’interno dei crateri polari il ghiaccio è sotto forma di spessi strati di forma lenticolare, mentre nelle altre regioni è presente a macchia di leopardo appena sotto un sottile strato di regolite.
Doppio strato
Dai dati ottenuti da LCROSS risulta che all’interno del cratere in cui è stata fatta impattare la sonda esistono due differenti strati di ghiaccio.
Il primo, eiettato nei primi 2 secondi dal momento dell’impatto, contiene acqua e idrossile frammisti a rocce lunari, oltre a frammenti di ghiaccio puro. Si tratta di uno strato molto sottile e forse relativamente “fresco”, simile a quello osservato in vaste aree della superficie lunare da Chandrayaan-1.
Il secondo strato invece è differente. Contiene infatti molto più ghiaccio d’acqua ed altri composti non ancora identificati completamente. Fra questi è chiara la presenza del biossido di zolfo (SO2), del metanolo (CH3OH) e del di acetilene (H2C4). Questo strato sembra estendersi nel sottosuolo per almeno mezzo metro e molto probabilmente è più vecchio di quello presente in prossimità della superficie.
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Perché tutte queste differenze?
Non è ancora chiaro perché alcuni crateri contengano grossi depositi di ghiaccio praticamente allo stato puro mentre altri sono dominati da un miscuglio di ghiaccio e materiale solido non volatile per certi versi simile al permafrost terrestre.
Sorgenti diverse
Verosimilmente l’acqua lunare proviene da “sorgenti” diverse. Parte di quest’acqua potrebbe essersi formata direttamente sulla Luna, ad esempio come risultato dell’interazione dei protoni (nuclei di idrogeno) del vento solare, che continuamente colpisce la superficie del nostro satellite con ossidi presenti nelle rocce lunari.
Acqua dalle comete
Ma una parte non trascurabile dell’acqua lunare molto probabilmente è stata portata dall’impatto di nuclei cometari. È bene ricordare che alle temperature estremamente basse esistenti all’interno dei crateri mai illuminati dal Sole il ghiaccio può resistere, specialmente se ricoperto da uno strato di polveri e rocce, per centinaia di milioni o miliardi di anni.
Queste scoperte stanno completamente cambiando la visione del nostro satellite, che appare un mondo molto differente da quello a cui eravamo abituati solo poco tempo fa, e tra non molto potrebbe riservarci altre sorprese.