Da tempo si sospettava che nelle survey dedicate a censire le galassie più lontane molte di queste fossero passate inosservate. Adesso si è avuta la conferma che la maggior parte delle galassie che si trovano a distanze dell’ordine dei 10 miliardi di anni luce e oltre non erano state scoperte. Ora, grazie ad una serie di osservazioni molto profonde effettuate con due dei quattro telescopi giganti da 8,2 metri di diametro che compongono il VLT (Very Large Telescope) dell'Osservatorio Australe Europeo (ESO, Cerro Paranal, Cile), è stato possibile determinare che una gran parte delle galassie, la cui luce impiega circa 10 miliardi di anni per raggiungerci, è ancora da scoprire. Questa indagine ha anche consentito di individuare alcune delle più deboli galassie mai finora osservate nell’universo primordiale.
Immagine di parte del campo di cielo osservato dai telescopi da 8,2 metri di apertura VLT. La grande maggioranza dei puntini luminosi visibili sono galassie finora sconosciute che si trovano a distanze da noi superiori ai 10 miliardi di anni luce.
Di solito, per stimare la quantità di stelle che si sono formate nelle prime fasi evolutive dell’Universo viene utilizzata la luce emessa dall’idrogeno e conosciuta come linea Lyman-alpha. Adesso, le recenti osservazioni effettuate con VLT mostrano che nelle indagini basate su questa riga spettrale la radiazione emessa a questa lunghezza d’onda nel 90% dei casi circa rimane intrappolata all’interno dalla galassia che la emette, confermando così che il sospetto che il numero delle galassie lontane fosse sottostimato, fornendo inoltre per la prima volta la stima delle galassie che mancavano all'appello.
La strategia osservativa è stata quella di puntare contemporaneamente i due giganteschi telescopi, uno dotato di un filtro Lyman-alpha e l’altro di uno filtro H-alpha, sulla stessa zona di cielo. Anche la riga H-alpha viene emessa a seguito della ricombinazione di atomi di idrogeno ionizzati. Ciò che è risultato è che molte delle galassie visibili nella luce H-alpha risultavano completamente invisibili in quella Lyman-alpha.
Oltre alla scoperta di molte galassie debolissime, è stato possibile concludere che le survey tradizionali in luce Lyman-alpha riescono a rilevare soltanto una piccolissima parte della luce totale: le nubi interstellari di gas e polvere assorbono infatti molto efficacemente la radiazione emessa a questa lunghezza d'onda. La stima delle galassie finora sfuggite all'osservazione, come detto, è del 90%: laddove si sono viste 10 galassie, probabilmente ce ne sono 100. Adesso è quindi possibile iniziare a creare una rappresentazione più accurata del cosmo.