Mercurio come non l’avete mai visto: un elegante tavolozza di colori che spaziano dal beige all’azzurro al grigio e al bianco. È un pianeta molto diverso dal mondo grigiastro e opaco al quale ci hanno abituato le immagini astronomiche degli ultimi anni.
Le zone in azzurro più tenue sono quelle ricoperte da materiale geologicamente più giovane, che è stato esposto per meno tempo all'ambiente spaziale intorno al pianeta. Probabilmente si tratta di rocce dissepolte da impatti metorici in tempi relativamente recenti.
VECCHIO E NUOVO. Le aree tendenti all’ arancione sono invece più antiche: nell’angolo in alto a destra dell’immagine spicca il bacino Caloris, un cratere da impatto del diametro di circa 680 km che si è formato 3,8-3,9 miliardi di anni fa.
Questo scatto, il cui contrasto è stato aumentato digitalmente, è uno degli ultimi inviati sulla Terra dalla sonda spaziale Messenger, che dopo aver orbitato per 3 anni attorno a Mercurio lo scorso 30 aprile ha terminato la sua missione - e il carburante - e si è schiantata sulla superficie del pianeta.
Equilibrio cosmico. Gli ultimi grammi di combustibile sono stati utilizzati per collocare Messenger in un punto di equilibrio tra le spinte gravitazionali del Sole e di Mercurio, così da ritardarne il più possibile la fine e sfruttare fino all’ultimo momento i suoi occhi e i suoi strumenti.
L’opera di Messenger sarà portata avanti dalla nuova missione BepiColombo, che secondo i piani dovrebbe partire nel 2017. Frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Giapponese e l’ESA dovrebbe raggiungere Mercurio nel 2024 con due diverse sonde e aiutare gli scienziati ad approfondire la conoscenza del più misterioso tra i pianeti del nostro Sistema Solare.
L'ultimo regalo di Messenger
Dopo 3 anni in orbita attorno a Mercurio, lo scorso 30 aprile la sonda Messenger ha esaurito il carburante ed è precipitata sul pianeta. Non prima di averci inviato un'ultima, spettacolare immagine.
