Spazio

LightSail 2 ha messo le vele

Il satellite di Planetary Society ha dispiegato la vela solare ed ha iniziato a farsi spingere dall’energia emessa dal Sole.

Esattamente alle 20:22, come previsto dal piano di volo, LightSail 2, il satellite di Planetary Society, ha aperto la grande vela in polietilene tereftalato trasformando il satellite in una “barca stellare a vela solare”. Nei prossimi giorni sfruttando la spinta dei fotoni che arrivano del Sole, ossia l’energia emessa dalla nostra stella, la vela sposterà il satellite su di un’orbita sempre più ellittica rispetto all’attuale.

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Animazione (clicca sull'immagine per avviarla): il volo previsto per la vela solare, con le manovre di orientamento per restare sempre "sottovento". © Josh Spradling / The Planetary Society

Comportandosi proprio come la vela di una barca che sfrutta il vento dell’atmosfera terrestre non solo come forza motrice, ma anche per farle variare la direzione, la vela solare farà spostare il piccolo satellite dalla sua orbita attuale, a 720 chilometri di quota, dov'era stato lasciato lo scorso 24 giugno da un razzo Falcon Heavy di SpaceX.

Se tutto funzionerà come da programma, Planetary Society dimostrerà che è possibile sfruttare questa tecnologia per fare viaggiare sonde nel Sistema Solare.

L'Olandese volante, di Marco Locci
Un altro famoso veliero volante. © Marco Locci

Anche per andare Oltre. Non è la prima volta che viene lanciata una vela solare, ma non era mai stata spostata dalla sua orbita iniziale: il pregio di un sistema di propulsione di questo genere sta nel fatto che si può fare a meno del motore, del carburante e di tutto quanto serve al funzionamento del motore stesso, e questo va tutto a vantaggio del carico utile, che può essere aumentato a parità di potenza del razzo lanciatore. Secondo il direttore di Planetary Society, Bill Nye, «un’idea romantica per viaggiare nello Spazio è finalmente diventata realtà», e, del resto, con questo sistema è possibile spingersi ovunque nel Sistema Solare, e anche oltre, affermano a Planetary Society, pensando forse ad Alpha Centauri.

24 luglio 2019 Luigi Bignami
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