Lo scorso 30 settembre la sonda dell'Agenzia spaziale europea, Rosetta, terminava la sua missione con la discesa sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. Nel percorso che l'ha portata fin sulla superficie di quel lontano oggetto nello Spazio, la sonda ha raccolto una grande quantità di dati e di immagini che sono adesso al vaglio degli scienziati.
Il segnale proveniente da Rosetta è scomparso dai computer del centro di controllo dell'Esa alle 12:19 ora italiana, quando la cometa si trovava a circa 720 milioni di chilometri dalla Terra. I dati raccolti indicano che il veicolo ha toccato delicatamente la superficie a soli 33 metri dal punto previsto per l'atterraggio. Ancora una volta va messo in evidenza l'ottimo lavoro degli specialisti di dinamica del volo, che ha permesso alla sonda di rimanere attorno alla cometa per circa 2 anni.
Fino all'ultimo. L'ultima immagine arrivata a Terra è stata acquisita a circa 20 metri al di sopra del punto di impatto. Durante la discesa, però, la sonda non si è limitata a fotografare la cometa, ma ha anche raccolto una grande quantità di informazioni che, dopo l'elaborazione, l'Esa sta progressivamente divulgando.
Un primo dato riguarda la fuoriuscita di gas dalla cometa, che è andata via via aumentando mentre la sonda si avvicinava. I rilevatori hanno misurato temperature tra -190 e -110 °C: una variabilità dovuta alle zone d'ombra e soleggiate, in funzione della topografia della cometa. L'ultima misurazione di emissione di vapore d'acqua è del 27 settembre e si è stimato che da 67/P fuoriusciva una quantità d'acqua non superiore a 2 cucchiai da minestra al secondo: durante il mese più attivo, nell'agosto del 2005, l'emissione stimata era più vicina a due vasche da bagno d'acqua al secondo.
Adesso si studia. L'analisi spettrale della composizione della superficie della cometa suggerisce che non c'era ghiaccio nei pressi del sito di atterraggio, mentre sono stati individuati un gran numero di grani di polvere, pur con dimensioni molto piccole (attorno a un milionesimo di millimetro) appena sopra la superficie. L'ultima osservazione della chioma di gas che circonda la cometa è del giorno precedente la discesa e ha rivelato che dalla cometa fuoriusciva ancora anidride carbonica in quantità superiori rispetto a quando la cometa si avvicinava al Sole. Ulteriori misure hanno confermato che 67/P non ha un suo campo magnetico.
«Questa enorme quantità di informazioni», commenta Matt Taylor, responsabile scientifico di Rosetta, «è ancora al vaglio dei ricercatori: è materiale di studio per molti anni a venire.»