Spazio

Le sorti di Schiaparelli e il successo di ExoMars

Il lander ha avuto problemi dopo l'apertura del paracadute, ma è riuscito a trasmettere tutti i dati di telemetria, che diranno che cosa è accaduto durante il touchdown. Tutto normale per l'orbiter.

Schiaparelli non ce l'ha fatta. Il tentativo di ammartaggio si è interrotto 50 secondi prima del touchdown, quando il computer di bordo pare abbia spento i retrorazzi frenanti che hanno funzionato soltanto per 3 secondi.

È questa la notizia di oggi relativa alla missione ExoMars: il parziale fallimento della missione dimostrativa di atterraggio su Marte. Passa in secondo piano - ed è un peccato - il successo del Trace Gas Orbiter (TGO, l'orbiter della missione ExoMars), che si è posizionato correttamente in orbita marziana, è riuscito a raccogliere tutti i dati di telemetria del modulo di atterraggio, informazioni preziose per due motivi: permetteranno di capire che cosa sia andato storto durante l'ammartaggio e confermano che la sonda madre può servire da "faro e ripetitore" nelle comunicazioni per i prossimi atterraggi su Marte.

il successo dell'orbiter. La conferenza di aggiornamento dell'Esa su ExoMars 2016 ha confermato il bilancio positivo della giornata di ieri. Il TGO è pronto per la parte scientifica della missione: l'analisi del metano nell'atmosfera di Marte e l'indagine sulle sue origini. Ci sono dunque adesso circa 100 kg di strumenti scientifici in orbita marziana, ed era questa, hanno ricordato i tecnici di missione, la parte che premeva di più, perché la sonda rimarrà in orbita per i prossimi 4 anni e sarà fondamentale per ExoMars 2020.

Che ne è stato del lander? Schiaparelli è stato concepito come lander dimostrativo ed è riuscito a comunicare a terra tutti i dati ingegneristici. Sappiamo che lo scudo termico ha funzionato perfettamente, schermandolo dal calore dell'ingresso in atmosfera. Il paracadute si è aperto come previsto, ma dopo l'apertura i dati di telemetria hanno cominciato a divergere da quelli delle simulazioni: può darsi che si sia aperto a quota troppo bassa, o che la fase di "dispiegamento" sia avvenuta in tempi differenti da quelli previsti. Sarà l'analisi dei dati a dare le risposte.

Atterraggio morbido? I retrorazzi di frenata si sarebbero accesi per 3-4 secondi, anziché per i 30 necessari. Probabilmente - è l'ipotesi che circola - il computer di bordo pensava di essere già arrivato a 2 metri dal suolo, e ha spento i razzi frenanti.

Ci sono circa 50 secondi tra la perdita di segnale da Schiaparelli e il momento stimato di touchdown. «Al momento non possiamo dire se abbia avuto un atterraggio morbido né in quali condizioni sia atterrato», ha commentato Andrea Accomazzo, responsabile delle operazioni della sonda. «Ma sono sicuro che l'analisi dei dati chiarirà che cosa è successo».

Di nuovo in ascolto. Il TGO non è stato pensato per comunicare con Schiaparelli dopo l'ammartaggio, ma oggi il lander dovrebbe inviare segnali radio al radiotelescopio di Pune, in India, e al Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa (leggi come possiamo ascoltarlo).

La scienza di bordo. L'esperimento AMELIA, che doveva analizzare l'atmosfera marziana in fase di discesa, è riuscito a raccogliere gran parte dei dati previsti. Non si è invece parlato delle sorti dell'esperimento DREAMS, che doveva studiare i diavoli di sabbia marziani, ma è possibile che l'analisi dei dati trasmessi (circa 600 MB) riveli maggiori informazioni.

Le foto. Non sono state menzionate né diffuse le foto in bianco e nero che Schiaparelli avrebbe dovuto raccogliere in fase di discesa, mentre l'orbiter della Nasa MRO dovrebbe acquisire immagini di Schiaparelli nel sito di atterraggio nei prossimi giorni. Servirà qualche tempo per processarle anche perché, ha ricordato Accomazzo, Schiaparelli è molto piccolo.

Il bilancio di questa prima parte della missione resta comunque positivo: il TGO è ora compagno fedele di Mars Express, e pronto per la fase 2020.

20 ottobre 2016 Elisabetta Intini
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