"Molto o nuvoloso o coperto, con precipitazioni a tratti. Non scordate l'ombrello": potrebbe essere l'annuncio di un tipico giornale meteo autunnale, ma non solo terrestre.
Un gruppo internazionale di astronomi guidato dal Massachusetts Institute of Technology di Boston (USA) è infatti riuscito, per la prima volta, a eseguire una mappatura delle nuvole di un pianeta extrasolare, il gigante gassoso Kepler-7b, una delle prime scoperte del telescopio della Nasa Kepler. Per la cronaca, su quel mondo alieno il tempo è sempre nuvoloso nell'emisfero ovest, e sempre sereno ad est.
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Scudo riflettente
Scoperto nelle prime 6 settimane di osservazione della Missione Keplero, Kepler 7-b è oggetto di studi ormai da molto tempo. La sua esistenza fu annunciata nel gennaio 2010: da allora, il telescopio Kepler ha individuato altri 150 pianeti al di fuori dei confini del Sistema Solare. Il corpo celeste, situato a circa un migliaio di anni luce dalla Terra, è grande una volta e mezza Giove, ma ha solo un decimo della sua densità.
Le prime analisi dell'albedo, ossia la riflettività del pianeta, compiute nel 2011, dimostrarono che Kepler 7-b rifletteva il 50% della luce della sua stella: un po' troppo, per un esopianeta. La causa di questo eccezionale potere riflettente è rimasta un mistero fino a quando nuove analisi basate sulle osservazioni all'infrarosso del telescopio Spitzer, insieme ai dati ottici raccolti da Kepler, hanno rivelato la presenza di nuvole nell'atmosfera del colosso.
La copertura nuvolosa di un emisfero, più densa di ogni altra che potremmo trovare sulla terra, è così spessa da riflettere buona parte della luce della stella di riferimento, rendendo il pianeta più freddo rispetto ad altri di analoghe dimensioni, e creando condizioni atmosferiche che incoraggiano nuove formazioni nuvolose (le temperature superficiali su questo pianeta si aggirano intorno agli 800-980 °C).
La scoperta dà prova di quante informazioni si possano ancora estrarre dai dati raccolti da Kepler.
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