Da alcuni anni un mistero aleggia sui campioni di rocce lunari riportate a Terra nel corso di alcune missioni, che hanno rivelato tracce di molecole organiche. I mattoni fondamentali della vita sulla Luna: avremmo mai scoperto la loro origine?
La scoperta di quegli aminoacidi non è mai stata messa in discussione. Spiega Jamie Elsila, del Goddard Space Flight della Nasa, autore della ricerca pubblicata su Geochimica et Cosmochimica Acta: «Avere la certezza che nei campioni lunari ci fossero aminoacidi è stato relativamente semplice, grazie alla tecnologia attuale, ma volevamo anche sapere quale fosse la loro origine».
La risposta non è delle più eccitanti, ma è un punto fermo:
gli amminoacidi sono per lo più frutto della contaminazione "terrestre" dei campioni, con un piccolo contributo delle meteoriti cadute sul nostro satellite.
Origine terrestre. La concentrazione di aminoacidi nei campioni è molto bassa, da 105 a 1910 parti per miliardo, e nuove analisi hanno ora permesso di risalire alla composizione isotopica degli atomi delle molecole, che si è rivelata essere, per i singoli elementi, quella tipica del nostro Pianeta.
Gli atomi hanno un preciso numero di protoni: è il numero atomico, Z sulla tavola periodica, dove gli elementi sono ordinati in base a tale numero, che definisce le caratteristiche di ogni elemento. I singoli elementi possono però trovarsi in natura con diverso numero di neutroni (N): questi sono gli isotopi di quell'elemento. Ad esempio, il carbonio-13 ha un neutrone in più rispetto al carbonio-12, ma entrambi hanno 6 protoni.
Proprio la concentrazione degli atomi di carbonio-12 negli aminoacidi ha permesso di affermare che le molecole nei campioni lunari sono di provenienza terrestre. Solo una piccola parte sembra essere arrivata da meteoriti che hanno colpito il nostro satellite.
Non si è mai troppo cauti. Durante i test e gli esperimenti, ancora sulla Luna o nei laboratori sulla Terra, e pur con tutte le precauzioni del caso, i campioni sono stati contaminati: dall’aria, dagli astronauti, dai ricercatori o da qualcosa d'altro con cui sono venuti a contatto.
Questa scoperta, che sembra spazzare via l'idea che sulla Luna potessero esserci batteri in grado di vivere in condizioni estreme, pone invece il problema della contaminazione dei mondi che l’uomo si prefigge di esplorare, con sonde o con astronauti.
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