Spazio

Le lune che non ci sono più

Il nostro pianeta, un tempo, doveva avere più di una luna. Molto luminosi, forse più simili a Giove che a un pianeta roccioso, gli antichi satelliti terrestri sono sopravvissuti per almeno un miliardo di anni. (Andrea Porta, 30 maggio 2008)

Secondo un recente studio di Jack Lissauer del Nasa Ames Research Center (California, Usa), la catastrofe che circa 4,5 miliardi di anni fa diede origine alla Luna - producendo tra l'altro un'importante modificazione nell'inclinazione dell'asse e nella rotazione terrestre (leggi la notizia) - potrebbe aver generato altri piccoli satelliti, andati poi distrutti.
Intrappolate nello spazio. In base al modello proposto da Lissauer e colleghi, le piccole sorelle della Luna dovevano occupare le posizioni, interne al sistema Terra-Luna, definite come "punti di Lagrange". Secondo l'ipotesi avanzata dal matematico italo-francese Joseph-Louis de Lagrange verso la fine del Settecento, nelle posizioni che successivamente presero il suo nome, le forze gravitazionali - in questo caso quelle prodotte dalla Terra e dalla Luna - si neutralizzano a vicenda. E, in teoria, gli oggetti che vi restano intrappolati, potrebbero rimanerci per sempre.
Lune luminose. La forza dell'impatto prodotto dalla collisione tra il nostro pianeta e un corpo celeste delle dimensioni di Marte scaraventò nello spazio una enorme quantità di materiale. Parte di tale materiale potrebbe essere finito proprio nei punti di Lagrange, dando origine ad altri satelliti, che restarono lì, indisturbati, finché successive variazioni delle forze gravitazionali tra Terra e Luna (o altri eventi cosmici, come una collisione) non li "spinsero" nell'area gravitazionale della Terra o della Luna, facendoli precipitare. Secondo i calcoli di un altro ricercatore - Matija Cuk dell'università della British Columbia (Canada) - le lune andate perdute dovrebbero essere rimaste al loro posto per almeno un miliardo di anni. E proprio in virtù della loro origine (la catastrofica collisione) dovevano avere un aspetto decisamente diverso dal nostro attuale satellite: erano probabilmente molto brillanti e più simili a Giove che a un pezzo di roccia nello spazio.

30 maggio 2008
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