Su Titano, l'inverno non arriva certo con la transizione mite a cui stiamo assistendo sulla Terra. Lo spettrometro a infrarossi di Cassini ha catturato, in corrispondenza del polo sud della luna di Saturno, una mostruosa nuvola di componenti atmosferici ghiacciati che si staglia nella bassa-media stratosfera, a circa 200 km di quota.
Ancora più esteso. Gli strumenti della sonda avevano già fotografato l'imponente sistema di nubi - poco denso e simile alla nebbia terrestre - prima nel 2012 e poi nel 2013, a circa 300 km di altitudine. Ma quelle osservazioni non erano che la punta dell'iceberg. Queste nuvole ghiacciate si sono rivelate ancora più ingombranti del previsto e hanno sorpreso gli scienziati del Goddard Space Flight Center della Nasa, che hanno presentato ieri i nuovi dati al meeting annuale dell'American Astronomical Society.
Cambio di stagione. Negli ultimi anni Cassini ha osservato, prima tra le sonde, la transizione tra autunno e inverno sul polo sud del satellite. Al termine della sua missione, nel 2017, questa parte di Titano sarà ancora avvolta dall'inverno: qui le stagioni durano infatti 7 anni e mezzo.
Come si formano. Mentre le nubi di metano nella troposfera di Titano si formano in maniera analoga a quelle terrestri - con i liquidi che evaporano dalla superficie e incontrano temperature sempre più fredde, fino a condensare - le nubi polari ghiacciate sulla luna hanno un'origine diversa. La circolazione atmosferica trasporta i gas dall'emisfero più caldo a quello più freddo. In corrispondenza del polo freddo, l'aria calda "sprofonda" come l'acqua che scola da un lavandino, in un processo noto come subsidenza. Così facendo, incontra temperature via via più fredde e i vari gas che la compongono condensano mano a mano, in modo stratificato.
Da un polo all'altro. Quando Cassini agganciò l'orbita di Saturno nel 2004, l'emisfero nord di Titano era in pieno inverno. La sonda ha assistito alla transizione di questo polo verso la primavera, mentre le nuvole iniziavano ad addensarsi sopra al polo sud. Dalla composizione e altitudine delle particelle di ghiaccio che formano le nubi - azoto, idrogeno e carbonio - gli scienziati possono dedurre le temperature sul polo sud satellite, inferiori ai -150 °C.