La grande attesa della Nasa (e di tutti i curiosi) per saperne qualcosa di più sulla composizione e formazione delle macchie bianche di Cerere è forse alla fine. Arrivano immagini sempre più nitide dalla sonda Dawn, che si trova adesso a 13.600 km di quota.
Da questa distanza, le sorprese già non mancano: le macchie bianche all’interno del grande cratere da 92 km di diametro, che sembravano essere due, in realtà sono molte di più. Ma quale sia la natura di queste macchie e di quella di altre che si scorgono qua e là rimane ancora da chiarire.









«Quello che possiamo dire al momento è che le macchie sono composte da materiale che riflette fortemente la luce del Sole. Forse è ghiaccio...», spiega Christopher Russell, responsabile capo della ricerca scientifica della missione Dawn. Altre ipotesi avanzate da alcuni ricercatori vogliono che le macchie siano depositi di sali lasciati da acqua che fuoriesce dall’interno del pianeta-nano e che si è accumulato nel tempo.
Il propulsore ionico elettrostatico della Dawn è un tipo di motore elettrico che accelera gli elettroni nella direzione del campo elettrico.
Dopo la prima serie di circumnavigazioni attorno a Cerere, Dawn sta per accendere il suo motore a ioni che nell’arco di un mese la porterà a 4.400 km dalla superficie. C'è molta speranza - e fiducia - nel fatto che da lì si possa trovare la risposta al mistero delle macchie bianche e alla storia geologica di Cerere, il più grande corpo celeste della fascia principale degli asteroidi, tra Marte e Giove, considerato un pianeta-nano.

La sonda Dawn è la prima missione che ha visitato un pianeta-nano. Prima di Cerere ha studiato a fondo l’asteroide Vesta, attorno al quale è rimasta per 14 mesi tra il 2011 e il 2012.