Presto il menu degli astronauti a bordo della ISS potrebbe arricchirsi di verdura appena raccolta. Sulla Stazione spaziale internazionale è infatti partito il secondo round del programma Veggie, che consiste nel coltivare, e per la prima volta anche mangiare, della lattuga fresca cresciuta nella loro serra.
L'orto nello spazio. Il sistema, sviluppato dalla ricercatrice Nasa Gioia Massa in collaborazione con l'azienda ORBITEC, è composto da una camera di crescita sigillata illuminata da speciali luci led, che emettono nelle frequenze del rosso, del verde e del blu, ovvero le più efficaci per stimolare la crescita della lattuga romana.


La serra spaziale, la cui base misura circa 30x36 centimetri, è dotata di pareti pieghevoli che permettono di aumentarne il volume a mano a mano che le piantine crescono. Il terriccio è un substrato inerte a base di argilla.
Fase uno. Il progetto ha preso il via ad aprile 2014, quando una serra prototipo, la Veg-01, venne spedita sulla ISS con una capsula Dragon. La lattuga cresciuta in condizioni di microgravità fu però tutta congelata e rimandata sulla Terra, perché prima di essere consumata era necessario sottoporla ad accurate analisi.
Test superato. Il primo ciclo di esperimenti dimostrò che il vegetale non era contaminato e che, anzi, era assolutamente commestibile. La stessa Massa commentò con soddisfazione i risultati, affermando che «in generale queste piante sono più "pulite" di quelle del supermercato».
I test preliminari permisero inoltre di verificare la tenuta degli impianti e di risolvere alcuni intoppi nel sistema di irrigazione.
A pranzo sulla ISS. La seconda fase di Veggie è iniziata ufficialmente lo scorso 8 luglio, con una semina che dovrebbe dare i suoi frutti in poco meno di un mese. Queste volta l'equipaggio della stazione orbitante potrà assaggiare la lattuga romana nata nello spazio, dopo un'attenta procedura di igienizzazione, praticata per il principio di massima prudenza. Come ha spiegato Gioia Massa, «l'ultima cosa vogliamo è di ritrovarci con un'intossicazione alimentare nello spazio».
Un campione del raccolto verrà inviato sulla Terra per essere nuovamente esaminato.
Verdure per tutti. Una volta perfezionata, la tecnologia permetterà di inserire la verdura fresca nella dieta degli astronauti impegnati nelle missioni spaziali, ma non è da escludere che lo studio di metodologie di crescita in assenza di gravità possa un giorno portare alla costruzione di serre spaziali capaci di sostenere parte del fabbisogno alimentare della Terra.
La strada che porta all'agricoltura del futuro appare tuttavia ancora lunga: le prossime tappe messe in calendario dalla Nasa prevedono di testare altre varietà di vegetali, tra cui pomodori e peperoni.
Una partita di semi di cavolo è invece andata persa il mese scorso, con l'esplosione del razzo di Space X.