Il 23 maggio alle 5:30 ora italiana l'Indian Space Research Organisation (ISRO), l'Agenzia spaziale dell'India, ha lanciato un prototipo di space shuttle riutilizzabile in un volo suborbitale, ossia senza portarlo in orbita terrestre: la missione prevedeva un lancio di prova con ammaraggio senza compiere un un giro orbitale della Terra.
L'obiettivo era infatti quello di sperimentare la strumentazione necessaria al veicolo definitivo, progettato invece per volo orbitale, rientro e riutilizzo.
Prima di arrivare al suo space shuttle l'India si propone una serie di passi intermedi, tra i quali quello di questa notte è stato il primo e forse il più importante e ha avuto pieno successo.
La prima è persa. La navicella usata in questo test era lunga sei metri e mezzo e pesava 1,75 tonnellate, ed era progettata per raggiungere una quota non superiore ai 70 chilometri. È stata lanciata dal centro spaziale di Satish Dhawan, nel sud-est dell'India, da un razzo di un metro di diametro e dal peso di 9 tonnellate.
A 90 secondi dal lancio la navetta si è separata dal razzo e ha continuato il suo volo parabolico finché, a velocità supersonica, non ha iniziato il rientro nell'atmosfera. Questo lancio non prevedeva il ritorno a terra, su una pista, ma in mare, senza operazioni di recupero.
Il lancio di oggi era in realtà stato inizialmente pianificato per il 2015, ma lo sviluppo dello shuttle aveva subito vari ritardi. Dai primi dati diffusi sembra che tutti gli obiettivi della missione siano stati raggiunti: se effettivamente è cos', nell'arco di pochi mesi dovrebbe esserci un secondo test per il quale è invece previsto un rientro dolce e, probabilmente, il recupero del mezzo.