Al centro della Via Lattea si nasconde realmente un buco nero di quattro milioni di masse solari: la conferma della natura di Sagittarius A* arriva da una serie di osservazioni compiute attraverso lo strumento Gravity dell'ESO, il più potente finora installato sul VLTI (l'interferometro del Very Large Telescope). Gravity combina la luce proveniente da diversi telescopi per creare un super telescopio virtuale di 130 metri di diametro, da qualche tempo impegnato a indagare il centro della Via Lattea.
Piroette sul confine. Le nuove osservazioni mostrano ammassi di gas ruotare in orbita circolare appena al di fuori dall'orizzonte degli eventi, il punto di non ritorno in cui la materia attorno a un buco nero viene irresistibilmente attratta verso di esso. Il punto più vicino al buco nero in cui il materiale esterno può ancora spingersi senza finire risucchiato è detto orbita stabile più interna, ed è qui che il gas è stato osservato volteggiare a una velocità pari al 30% di quella della luce.
I lampi di radiazione infrarossa originati da questo materiale orbitante e colti dal telescopio virtuale rappresentano le osservazioni più accurate di gas in orbita stabile più interna di un buco nero supermassiccio mai realizzate finora. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics.
I precedenti risultati. Per la collaborazione internazionale di scienziati che lavora al progetto, tutto questo equivale a seguire il processo di accrescimento di un buco nero in tempo reale. All'inizio dell'anno, lo stesso gruppo di astronomi aveva osservato, con Gravity e Sinfoni, un altro strumento del VLT, il passaggio radente di una stella - "S2", che gli transita vicino ogni 16 anni - nel campo gravitazionale di Sagittarius A* (ne avevamo scritto qui).
In quell'occasione era stato possibile osservare gli effetti della teoria della relatività di Einstein in un ambiente galattico estremo, nonché rilevare tre lampi brillanti di emissione infrarossa, originati forse dalle interazioni magnetiche nel gas che orbita attorno al buco nero. Le osservazioni compiute finora su questo gigante misterioso confermano i paradigmi teorici sul comportamento dei buchi neri supermassicci.