Dalla notte del 29 ottobre le conseguenze della tempesta geomagnetica.
L'immagine della Nasa che ferma il momento della potente emissione solare. |
È una delle più potenti esplosioni della superficie solare. Per la precisione la terza in ordine di potenza mai registrata. È avvenuta il 28 ottobre, in prossimità dell'enorme macchia solare 486 e i suoi effetti stanno per raggiungere la Terrra. Quando avviene un'esplosione di questo tipo, infatti, le particelle a temperature elevatissime, così cariche di energia da poter vincere la forza di gravità, si disperdono nello spazio. È come se il Sole soffiasse verso l'esterno un vero e proprio "vento" di protoni ed elettroni. In genere il campo magnetico terrestre è in grado di proteggerci da quest'enorme tempesta. Ma una certa quantità di energia lo attraversa comunque, andando a interagire con il nostro Pianeta.
La tempesta perfetta. Nel caso dell'esplosione dei giorni scorsi, la tempesta geomagnetica dovrebbe raggiungere in pieno la Terra nella giornata di giovedì 30 ottobre. Il terzo grado assegnato a questa tempesta, in una scala che ne prevede 5, indica che si è in presenza di un fenomeno piuttosto forte e avvertibile.Le particelle lanciate dalla potente esplosione viaggiano, secondo i calcoli della Nasa, a circa 2.000 chilometri al secondo, cinque volte più di una normale emissione solare.
Viaggio a raggi X. Conseguenze possibili? Le particelle ionizzate potrebbero interferire con i sistemi di navigazione delle aeree e con quelli di comunicazione satellitare. I passeggeri e gli equipaggi degli aerei di linea ad alte latitudini potrebbero essere soggetti a un'esposizione di radiazioni a basso livello, pari all'incirca ad una radiografia toracica con i raggi X. E problemi potrebbero sorgere negli strumenti magnetici, come le bussole, e alle centrali elettriche che in questi casi possono incappare in improvvisi black-out.
A caccia di aurore. La tempesta solare risulterà anche in spettacolari aurore. Il flusso di radiazioni provenienti dal Sole, nel momento in cui si scontra con la ionosfera (la parte dell'atmosfera più distante dalla superficie terrestre), viene deviato verso i poli, dove interagisce con i gas atmosferici che, eccitandosi elettricamente, emettono una luce caratteristica. Le aurore sono abitualmente visibili ad alte latitudini, vale a dire in Nuova Zelanda, Scandinavia, Alaska, Canada e America del Nord, anche se questa volte il fenomeno si potrebbe spingere fino a latitudini più basse. Gli esperti prevedono che la notte più favorevole sia quella tra mercoledì e giovedì.
(Notizia aggiornata al 29 ottobre 2003)