Lo scorso 19 e 20 agosto la sonda Juice dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha effettuato un passaggio ravvicinato alla Terra e alla Luna per rallentare la sua corsa verso Giove. Un rallentamento che le ha permesso di volare verso Venere, dal quale riceverà un'accelerazione importante per la sua corsa verso il pianeta gigante. È stata anche l'occasione per verificare l'attendibilità della decina di strumenti a bordo di Juice in previsione del loro utilizzo attorno a Giove e ai suoi satelliti.
Tra questi, uno dei più importanti è lo spettrometro chiamato Majis (Moons And Jupiter Imaging Spectrometer) costruito da un gruppo di scienziati italo-francese. È particolarmente rilevante per la sua capacità di fornire misurazioni per l'intera gamma di indagini che coinvolgono il pianeta Giove e i suoi principali satelliti. Tra queste, di fondamentale importanza sono la determinazione e la mappatura della composizione superficiale delle lune di Giove Ganimede, Callisto ed Europa, con particolare attenzione ai composti diversi dal ghiaccio d'acqua, già noti da osservazioni precedenti o previsti da modelli, come sali minerali idrati, composti volatili e organici e la mappatura composizionale dell'atmosfera del pianeta gigante, inclusa la densità delle nubi e la morfologia delle aurore.
Cosa ha svelato Majis. Passando vicino alla Luna e alla Terra, Majis ha rilevato dettagli molto accurati sulla capacità di riflettere parte della luce incidente sui due corpi e l'emissione termica della superficie lunare. Inoltre ha ottenuto immagini della Terra con una risoluzione spettrale di notevole livello che ha permesso di affermare che il nostro pianeta può ospitare vita come la conosciamo noi. Questi risultati sono importanti perché, quando la sonda esplorerà i satelliti di Giove, potrà rilevare elementi chimici che potrebbero indicare la presenza di forme di vita sulle loro superfici, magari arrivate fin lì dagli oceani che sottostanno i grandi involucri di ghiaccio che circondano le lune.
Forse studierà anche Venere. Le osservazioni della Terra effettuate da Majis sono state realizzare nella finestra di lunghezze d'onda comprese tra 0,5 e 5,56 micrometri (milionesimi di metro), con una risoluzione di 150 metri da una distanza di 1000 chilometri, in grado di fornire uno spettro con 1016 colori. Una parte di tali colori rientra nello spettro visibile, ma la maggior parte si trova nell'infrarosso, una radiazione non visibile all'occhio umano. Nel suo insieme questo spettro permette di determinare la composizione e le proprietà fisiche di quel che viene osservato e studiato.
Nel caso specifico lo strumento ha messo in luce una chimica adatta a supportare la vita e tali caratteristiche permetteranno agli scienziati di realizzare ricostruzioni dettagliate della composizione superficiale dei satelliti galileiani e delle loro sottilissime atmosfere (chiamate esosfere). Oltre che determinare le proprietà chimico-fisiche dell'atmosfera di Giove, il vero obiettivo di Juice. È possibile che quando si avvicinerà a Venere, Majis potrebbe essere riutilizzato per realizzare altre osservazioni e calibrare ulteriormente lo strumento.
C'è molto da aspettarsi dalla sonda dunque, quando arriverà al sistema gioviano: l'appuntamento è fissato per luglio 2031. E lì vi rimarrà almeno fino al 2035, data che al momento è di fine missione.