Spazio

La strana e misteriosa stella pulsante

La stella emette una gigantesca quantità di energia una volta ogni venti minuti, precisa come un orologio.

Un gruppo di astrofisici che sta mappando il cielo utilizzando le onde radio ha scoperto qualcosa di veramente insolito: un oggetto che sta rilasciando una gigantesca quantità di energia al ritmo di tre volte all'ora. Un fenomeno diverso da qualsiasi altro mai visto prima: gli astrofisici che l'hanno scoperto ipotizzano che possa essere una stella di neutroni o una nana bianca, ossia nuclei di stelle ormai morte e collassate su se stesse, che possiedono un campo magnetico ultra potente. Ruotando su se stesso nello Spazio, lo strano oggetto emette raggi di radiazioni che attraversano la nostra linea di vista e risulta essere, per un minuto ogni venti, una delle sorgenti radio più luminose del cielo. L'astrofisica Natasha Hurley-Walker, del Centro internazionale di ricerca in radioastronomia (ICRAR, Australia), a capo dello studio pubblicato su Nature, ha spiegato: «Durante le nostre osservazioni questo oggetto appariva e spariva nel giro di pochi minuti. Qualcosa del tutto inaspettato, e anche un po' inquietante per un astronomo, perché non c'è nulla di noto nel cielo che si comporta allo stesso modo. Ed è molto vicino a noi: a circa 4.000 anni luce di distanza, come dire nel nostro cortile galattico».

L'oggetto è stato scoperto da Tyrone O'Doherty, studente della Curtin University (Bentley, Australia occidentale), utilizzando il telescopio Murchison Widefield Array (MWA) con una nuova tecnica da lui sviluppata. «È fantastico che la fonte che ho identificato l'anno scorso si sia rivelata un oggetto così particolare», ha affermato O'Doherty: «l'ampio campo visivo e l'estrema sensibilità dell'MWA sono perfetti per studiare l'intero cielo e rilevare anche gli imprevisti.»

Qui come la fonte radio transitoria nel cielo sarebbe stata vista al MWA in una notte di marzo del 2018, quando era attiva: la sorgente è indicata dal marcatore bianco quasi al centro dell'immagine, realizzata con il planetario digitale Stellarium.
Qui come la fonte radio transitoria nel cielo sarebbe stata vista al MWA in una notte di marzo del 2018, quando era attiva: la sorgente è indicata dal marcatore bianco quasi al centro dell'immagine, realizzata con il planetario digitale Stellarium.

I transitori. Gli oggetti che si accendono e si spengono nell'Universo sono chiamati transient (transitori), e non sono nuovi per gli astronomi. L'astrofisica e coautrice dello studio, Gemma Anderson (ICRAR), ha affermato che «quando si studiano i transitori si osserva solitamente la morte di una stella massiccia o l'attività dei resti che lascia dietro sé». Vi sono "transitori lenti", come le supernovae, che appaiono nel corso di pochi giorni e scompaiono dopo alcuni mesi, e vi sono "transitori veloci", come le stelle di neutroni chiamate pulsar, che si attivano e si spengono in pochi millisecondi o al più secondi. Ma in questo caso è qualcosa che si accende per un minuto ogni venti, ed è questa la stranezza.

L'oggetto misterioso è incredibilmente luminoso, ma doveva essere più piccolo del Sole; emette onde radio altamente polarizzate, ossia trasmesse su un piano ben preciso, e ciò suggerisce che debba avere un campo magnetico estremamente forte.

Hurley-Walker ha affermato che le osservazioni corrispondono a un oggetto previsto dalle teorie astrofisiche, chiamato magnetar a periodo ultra lungo: «È un tipo di stella di neutroni che ruota lentamente e che è stato previsto esistere, ma nessuno si aspettava di rilevarne direttamente uno come questo perché non ci aspettavamo che fossero così brillanti. In qualche modo sta convertendo l'energia magnetica in onde radio in modo molto più efficace di qualsiasi altra cosa che abbiamo visto prima».

Non appena sarà possibile riposizionare il radiotelescopio in modo da osservare quella porzione di cielo, lo studio proseguirà per cercare di capire se le pulsazioni continuano o meno. «Se lo fa, ci sono telescopi nell'emisfero australe e anche in orbita che possono puntare direttamente in quella direzione», spiega Hurley-Walker, che si ripromette anche di rianalizzare il vasto archivio dell'MWA alla ricerca di segnali analoghi: «Un'analisi approfondita del materiale che già possediamo ci potrà dire se quanto osservato è un evento raro, una tantum, o una nuova popolazione di oggetti che non avevamo mai notato prima».

28 gennaio 2022 Luigi Bignami
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