L'immagine "calendario" qui sopra mostra il volto che il Sole ha mostrato alla Terra giorno per giorno, nei 365 giorni del 2018. Le fotografie sono state scattate dal satellite Proba-2 (Esa, Agenzia spaziale europea) nella lunghezza d’onda dell’ultravioletto: questo permette di osservare la turbolenta atmosfera della nostra stella, ossia la corona, dove le temperature in gioco sono dell’ordine dei milioni di gradi.
7 febbraio: l'evento più intenso. È noto che il Sole "vive" un’attività ciclica della durata media di 11 anni, durante i quali la sua superficie mostra una variazione nel numero di macchie solari e di brillamenti, ossia di enormi esplosioni superficiali.
Il 2018 è stato un anno di minima attività solare, così come questo inizio di 2019. Per questo motivo le macchie sono in numero limitato. Il giorno in cui l’attività solare è stata più intensa è stato il 7 febbraio, quando si è registrato un forte bagliore - ben visibile, nell'immagine corrispondente, al centro del Sole. Quel giorno è stata registrata una forte esplosione (che nell’immagine in ultravioletto appare come una macchia biancastra), risultato di un evento classificato come C-8.1, nella scala di classificazione dei brillamenti solari - identificati dalle lettere A, B, C, M e X, dove X corrisponde ai fenomeni più intensi e ogni lettera definisce un evento di intensità 10 volte superiore al precedente. I numeri permettono una ulteriore definizione di intensità all'interno di ogni classe.
Il Sole sotto tiro. I brillamenti classificati M e X sono caratterizzati dall'emissione di grandi quantità di particelle nello Spazio: "getti" che possono raggiungere anche i confini del Sistema Solare e che, se orientati verso la Terra, possono creare problemi non indifferenti alle nostre tecnologie (alcuni del tutto inattesi).
Per noi è fondamentale tenere sotto controllo il Sole, così da poter avere "previsioni meteorologiche spaziali" per prendere eventuali contromisure, se necessario. Per questo motivo sono ormai numerosi i satelliti in orbita attorno alla Terra con il preciso scopo di monitorare la nostra stella: da Proba-2 (parte di un programma sperimentale di tecnologie in orbita) a SOHO, dal quartetto di satelliti Cluster al Solar Dynamics Observatory, fino alla sonda Parker della Nasa, che progressivamente si avvicinerà fino a 6,1 milioni di km dalla fotosfera del Sole.