I costi del disastro dovuto all'affondamento della petroliera potrebbero impedire alla Spagna di raggiungere quest'anno i parametri economici fissati dall'Unione europea.
Gli ultimi momenti della Prestige. |
La Spagna chiuderà il bilancio 2002 senza raggiungere gli obiettivi economici prefissati per rimanere nei parametri dell'Unione Europea. E molto probabilmente anche il 2003 non andrà meglio. Il disastro della Prestige, che ancora sta perdendo petrolio dai suoi serbatoi, potrebbe penalizzare il bilancio nazionale spagnolo anche nei prossimi anni. L'affondamento della petroliera infatti danneggerà anche nel lungo termine la Galizia, una provincia che dipende strettamente da turismo e pesca. La Spagna chiederà all'Ue di scorporare i costi per il ripristino ambientale, facendo leva sul fatto che il Patto di stabilità europea considera possibile fare una eccezione in caso di eventi occasionali. Il deficit non deve però superare il 3% del prodotto nazionale lordo.
I costi del petrolio. Il Governo spagnolo è stato anche criticato per non aver stanziato fondi adeguati per far fronte all'incidente. Le autorità spagnole hanno deciso di pagare 1.200 euro al mese a circa 4.500 pescatori, rendere disponibili 200 milioni di euro per prestiti alle aziende, e 15 milioni di euro per pagare gli oltre 7 mila disoccupati che stanno ripulendo le spiagge. Altri fondi sono stati stanziati per consentire una ripresa del turismo. La Spagna conta comunque di poter disporre di 265 milioni di euro come aiuti provenienti da vari programmi europei, e dei 175 milioni di dollari previsti dall'International oil pollution compensation fund, il fondo reso disponibile dalle compagnie petrolifere per far fronte ai danni causati dal trasporto. Il costo di incidenti avvenuti in passato, una volta chiusi i conti, è stato comunque più alto: la Exxon Mobil ha versato più di 2 miliardi di dollari per far fronte alle conseguenze dell'affondamento della Exxon Valdez in Alaska nel 1989. Le associazioni ambientaliste avevano però chiesto una cifra pari al doppio per risolvere i danni ambientali a lungo termine.
(Notizia aggiornata al 31 dicembre 2002)