Spazio

La sonda giapponese che doveva atterrare sulla Luna si è schiantata sul suolo lunare

Al termine di una missione che fino a quel momento si era svolta in modo impeccabile, la sonda giapponese Hakuto si è schiantata sulla Luna anziché appoggiarsi dolcemente.

Dopo il recente annuncio della Nasa sull'equipaggio che dovrebbe orbitare l'anno prossimo attorno alla Luna nella missione Artemis II e all'indomani del test di SpaceX sul razzo Starship che potrebbe riportare l'uomo sul nostro satellite con la missione Artemis III, proprio dalla Luna arriva la notizia della battuta d'arresto per la missione giapponese Hakuto-R.

Sarebbe stata la prima. La sonda del paese del sol levante, che avrebbe dovuto atterrare sulla Luna, non ce l'ha fatta a portare a termine la missione proprio a pochi metri dalla superficie del nostro satellite, questo dopo aver percorso centinaia di migliaia di chilometri. Secondo la Società giapponese ispace, che ha gestito la missione, Hakuto-R è precipitato sulla superficie lunare dopo aver esaurito il carburante. Se la missione fosse andata a buon fine sarebbe stata la prima sonda finanziata privatamente a compiere un atterraggio controllato sulla Luna.

Nel cratere Atlas. L'allunaggio era in programma per le 18:40 ora italiana di martedì 25 aprile. La società giapponese ha perso la comunicazione con il lander pochi istanti prima del suo atterraggio programmato nel cratere Atlas, un bacino da impatto largo 87 chilometri sul lato della Luna rivolto verso la Terra.

Le scene trasmesse dal centro di controllo di Tokyo di ispace hanno mostrato sguardi nervosi sui volti degli ingegneri riuniti per monitorare la telemetria dalla navicella. I sorrisi e le chiacchiere tra i dirigenti di ispace si sono trasformati in silenziose attese quando i controllori di terra hanno smesso di ricevere il flusso di dati in tempo reale da Hakuto-R, che era stato lanciato a dicembre da Cape Canaveral grazie ad un razzo SpaceX Falcon 9.

Scienziati giapponesi
Il gruppo di scienziati e ingegneri nella attesa (vana) dei dati Hakuto durante la fase di allunaggio. © ispace

Senza benzina. Takeshi Hakamada, fondatore e CEO di ispace, ha affermato, in un commento pochi minuti dopo il tentativo di atterraggio, che le squadre di terra hanno ricevuto comunicazioni dal veicolo spaziale fino alla "fine" della sequenza di discesa, ma non sono state in grado di ristabilire il contatto. «Quindi», ha concluso, «dobbiamo presumere che l'atterraggio sulla superficie lunare non si è completato come voluto». Un display che mostrava in tempo reale i dati sul sito di ispace durante il tentativo di atterraggio, mostrava che a una quota di 90 metri il lander scendeva a 33 chilometri all'ora, un valore forse troppo elevato.

Un'analisi preliminare dei dati del veicolo spaziale ha indicato che il propellente rimanente stimato era "alla soglia inferiore", in altre parole era finito, quindi la velocità di discesa del lander è aumentata rapidamente durante le ultime decine di metri.

«Sulla base dei dati, è stato determinato che esiste un'alta probabilità che il lander abbia effettuato un atterraggio duro sulla superficie lunare», ha detto ispace in una nota.

A bordo vi erano vari strumenti tra i quali anche un piccolo rover degli Emirati Arabi Uniti, chiamato Rashid, che pesava circa 10 chilogrammi in gravità terrestre. Il rover sarebbe sceso dalla navicella Hakuto-R un paio di giorni dopo l'atterraggio, quindi avrebbe esaminato il sito attorno al lander con un paio di telecamere e con microcamere termiche per studiare rocce e suolo.

26 aprile 2023 Luigi Bignami
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