La prima fotografia di un buco nero potrebbe già essere stata fatta, ma occorrerà tempo per saperlo con certezza (e per vederla). Gli scienziati dell'Event Horizon Telescope, il radiotelescopio più grande al mondo, che riunisce circa 50 strumenti da un capo all'altro della Terra, hanno completato l'11 aprile 2017 cinque notti di osservazioni in direzione di Sagittarius A*, il buco nero "mostro" 4 milioni di volte più massiccio del Sole, al centro della Via Lattea, e di un secondo buco nero nel cuore della vicina galassia M87.


Tuttavia, il prodotto di questo lavoro non sarà visibile fino alla fine di quest'anno, o all'inizio del 2018.
Prima gli scienziati del MIT Haystack Observatory in Westford, Massachusetts e del Max Planck Institute for Radio Astronomy di Bonn dovranno analizzare 1024 dischi rigidi di dati che sono collocati al South Pole Telescope, e che non saranno accessibili prima della fine di ottobre, finché dura l'inverno antartico.
Che cosa aspettarsi. L'EHT aveva una finestra di 10 notti di osservazioni disponibili, ridotte a 5 dalle cattive condizioni meteo perché le precipitazioni confondono le rilevazioni. Se le acquisizioni sono andate a buon fine, e se la teoria della relatività generale di Einstein non sbaglia, le immagini dovrebbero mostrare un arco luminoso che circonda un disco scuro: un'area di circa 20 milioni di km fino al cosiddetto orizzonte degli eventi, la zona oltre la quale materia e luce sono intrappolate dalla gravità del buco nero.