Non passerà alla storia come la Pale Blue Dot, la foto della Terra dai confini del Sistema Solare, come un pallido puntino azzurro, catturata nel 1990 dalla Voyager 1; tuttavia, questo scatto acquisito il 9 maggio da MarCO-B, uno dei due satelliti CubeSat che sta seguendo la sonda InSight nel suo viaggio verso Marte, è importante per altre ragioni.
Un pretesto. L'immagine che mostra il sistema Terra-Luna, è stata scattata, quasi per caso e con una telecamera fish-eye (un grandangolo estremo), nel tentativo di dimostrare che la radioantenna del piccolo satellite funziona correttamente. La verifica per entrambi i CubeSat è andata a buon fine: la foto è soltanto un "bonus" aggiuntivo.
Mai così lontani. La cartolina è stata trasmessa il giorno dopo il raggiungimento della distanza record di 1 milione di km da Terra: finora, i CubeSat, originariamente ideati per istruire i futuri ingegneri aerospaziali alla raccolta di dati in orbita bassa, non si erano mai spinti a più di 800 km dal Pianeta. Quella dei MarCO (che sta per Mars Cube One) è dunque una missione dimostrativa, per capire se anche satelliti semplici possano avventurarsi in missioni interplanetarie.
Prova, prova... ricevete? La coppia è stata lanciata il 5 maggio insieme al lander InSight della Nasa, che dovrebbe atterrare sul Pianeta Rosso - di cui studierà l'interno, attraverso analisi sismologiche - il prossimo 26 novembre. Se dovessero riuscire a seguire la sonda fino a Marte, i due CubeSat useranno le radioantenne per trasmettere dati sulla discesa di InSight nell'atmosfera del pianeta.
La trasmissione dei dati della missione sarà affidata al Mars Reconnaissance Orbiter, in orbita intorno a Marte, ma se la tecnologia dei MarCO dovesse dimostrarsi affidabile, le future missioni interplanetarie potrebbero godere di un proprio sistema di invio e ricezione dati, affidato a mini satelliti portati da casa.