Spazio

La missione Polaris Dawn ha già raggiunto una distanza record dalla Terra

La Crew Dragon con i 4 astronauti privati della Polaris Dawn si è spinta più in là di ogni altra missione con equipaggio dopo il Programma Apollo.

Dopo aver atteso a terra per maltempo per due settimane, la missione spaziale privata di SpaceX Polaris Dawn è partita nei migliore dei modi. Nelle prime ore di martedì 10 settembre, un razzo Falcon 9 ha lanciato dal Kennedy Space Center della NASA in Florida la capsula Crew Dragon con a bordo 4 astronauti privati: il comandante Jared Isaacman, imprenditore e pilota, fondatore della società di pagamenti Shift4 e già protagonista di un'altra missione spaziale privata, Scott "Kidd" Poteet, ex pilota della U.S. Air Force, e due donne impiegate da SpaceX come ingegneri, Anna Menon, a capo delle operazioni spaziali, e Sarah Gillis, che presiede i training degli astronauti.

Nel primo giorno di missione l'equipaggio è già entrato nella Storia.

Polaris Dawn: record di distanza

La navicella si è infatti spinta più lontano dalla Terra di qualunque altra missione umana nello Spazio da oltre mezzo secolo. Dopo il lancio, la Crew Dragon si è sistemata in un'orbita ellittica attorno al nostro Pianeta, con una quota compresa inizialmente tra 190 e 1.200 km. In un secondo momento, con una spinta dei motori di 8 minuti, il veicolo si è innalzato fino a raggiungere una distanza orbitale massima di 1400 km: tre volte la quota toccata dalla Stazione Spaziale Internazionale, nonché il punto più lontano a cui abbia mai volato ogni astronauta dopo il Programma Apollo.

Polaris Dawn: un anticipo delle missioni su Marte e sulla Luna

Oltre a fissare il record di distanza, la missione Polaris Dawn ha condotto la Crew Dragon e i suoi occupanti attraverso la più interna delle fasce di Van Allen, le due regioni ricche di particelle altamente energetiche (in gran parte provenienti da raggi cosmici galattici) imprigionate dal campo magnetico terrestre, che le costringe a ruotare attorno alle linee di campo. Questa regione che pone un alto rischio di radiazioni per gli astronauti si colloca più o meno tra i 1000 e i 12.000 km di quota. Era stata finora attraversata soltanto da 25 astronauti, mai prima d'ora da una donna.

Uno degli obiettivi di Polaris Dawn è analizzare gli effetti di questo tipo di radiazioni sulle componenti della Crew Dragon e sul corpo degli astronauti, in previsione di future missioni spaziali con equipaggio su Marte e sulla Luna. Nel primo giorno di missione, la navicella è inoltre transitata attraverso l'Anomalia del sud Atlantico (South Atlantic Anomaly, SAA), un'area nella quale il campo magnetico terrestre è insolitamente debole e l'intensità delle radiazioni provenienti dallo Spazio è più elevata.

Polaris Dawn: ci si prepara alla passeggiata spaziale

Ora la Crew Dragon sarà posizionata in un'orbita inferiore dove, a un'altitudine di circa 700 km, verrà effettuata la prima, storica attività extraveicolare di un equipaggio spaziale privato (per approfondire).

La EVA, programmata per giovedì 12 settembre, terzo giorno di missione, avverrà dunque in una zona inferiore rispetto all'inizio della fascia di Van Allen, schermata dalle radiazioni, anche se - poiché la capsula, priva di camera stagna, verrà del tutto depressurizzata - sarà un'impresa piuttosto rischiosa.

La preparazione (impercettibile) alla passeggiata spaziale è già cominciata, con una lenta e graduale riduzione della pressione atmosferica all'interno della Crew Dragon iniziata con l'ingresso in orbita. L'operazione aiuta a rimuovere l'azoto dalla circolazione sanguigna degli astronauti e a prevenire il rischio di malattia da decompressione, la condizione che rischiano i sub in caso di risalita troppo veloce, che si verifica quando una rapida riduzione della pressione consente ai gas respiratori nel sangue o nei tessuti di formare bollicine.

11 settembre 2024 Elisabetta Intini
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