Tra le ripercussioni dell'invasione russa dell'Ucraina e le conseguenti sanzioni economiche, commerciali e tecnologiche da parte di quasi tutto il mondo, oggi si aggiunge anche la sospensione della missione ExoMars 2022, comunicata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) in uno scarno comunicato pubblicato al termine della riunione del consiglio dell'agenzia tenutosi a Parigi il 17 marzo.
"Pur riconoscendo l'impatto sull'esplorazione scientifica dello spazio, l'Esa è pienamente allineata alle sanzioni imposte alla Russia dai suoi Stati membri" spiega la nota. E di conseguenza la missione ExoMars che sarebbe dovuta partite proprio a settembre 2022 è stata sospesa, mentre "il direttore dell'Esa condurrà uno studio industriale accelerato per trovare le migliori opzioni disponibili per far ripartire ExoMars".
La missione avrebbe dovuto portare sul Pianeta Rosso il rover Rosalind Franklin per cercare tracce biochimiche e geologiche della vita sul pianeta rosso anche grazie a una speciale trivella in grado di perforare il suolo fino a due metri di profondità.
Le due missioni. ExoMars fin dal principio ha avuto una storia lunga e molto travagliata. Inizialmente doveva essere una collaborazione Esa-NASA, ma poi, quando ormai l'agenzia europea aveva già iniziato i piani per la sua realizzazione, la NASA si ritirò per tagli al bilancio. Così l'Esa si rivolse a Roscosmos. Il cambio di partner ebbe delle conseguenze: meno soldi, molte tecnologie da dover sostituire, tanto tempo perso.
Il progetto prevedeva due missioni separate. La prima, nel 2016, portò nell'orbita marziana Trace Gas Orbiter (TGO), un orbiter per lo studio delle tracce di gas della tenue atmosfera marziana. TGO rilasciò Schiapparelli, un lander dimostrativo che sarebbe dovuto servire per testare i sistemi di atterraggio di un futuro rover. La sonda invece perse il controllo durante le operazioni di discesa e si schiantò sul Pianeta Rosso il 19 ottobre 2016.
La seconda parte della missione avrebbe dovuto portare un rover su Marte e fu finanziata per partire nel 2018. Ogni due anni, infatti, le orbite di Terra e Marte si trovano in posizione ideale per lanciare le sonde in modo che il tragitto per raggiungere il pianeta sia più breve.
ExoMars 2018 fu rimandata per motivi tecnici e la partenza venne spostata a luglio 2020 quando l'emergenza coronavirus impedì a tecnici e ricercatori di completare le verifiche tecnologiche e operative, necessarie a garantire le condizioni di sbarco e funzionamento su Marte. Esa e Roscosmos deciserò dunque di rimandare la partenza a settembre 2022.
La collaborazione con Roscosmos non si limita soltanto all'utilizzo di un lanciatore russo, il Proton-M: buona parte del sistema di atterraggio che attraverso retrorazzi e paracadute permette di depositare il rover sul suolo marziano, è sviluppato dall'agenzia russa con un'azienda moscovita.
La piattaforma di atterraggio possiede anche una serie di strumenti scientifici che completano la missione e si chiama Kazachok, come una tradizionale danza popolare ucraina e russa originaria dei cosacchi nel XVI secolo. Che amara ironia.