«È incredibilmente difficile, quando ci si trova all'interno di qualcosa, scoprire che aspetto abbia»: così Gerry Gilmore, responsabile scientifico della missione Gaia, ha cercato di raccontare, ieri, la monumentale mole di informazioni raccolte dal satellite dell'Esa.
La missione spaziale lanciata nel 2013, che vede l'Agenzia spaziale italiana impegnata in prima linea, ha registrato con precisione la posizione, all'interno della Via Lattea, di 1,14 miliardi di stelle, dati che ora gli astronomi stanno convertendo in una mappa 3D della nostra galassia, una sorta di google map del cielo visibile.
Impresa titanica. Gli astri individuati sarebbero appena l'1% del totale di quelli ospitati dalla Via Lattea, anche se stimare il numero preciso di stelle attorno a noi è un'impresa impossibile. Ma la mappa di Gaia è comunque 20 volte più precisa di quelle che avevamo finora, grazie agli strumenti scientifici del satellite: una fotocamera da oltre un miliardo di pixel (la più grande mai inviata nello Spazio), due telescopi e 106 rivelatori elettronici.
La prima parte di questi dati, relativa a oltre 2 milioni di stelle osservate tra luglio 2014 e settembre 2015, è stata resa pubblica ieri, e servirà da base per ogni missione spaziale futura, oltre che come "faro" per i telescopi terrestri.
Come interpretarla. La mappa (che potete ingrandire, cliccando sull'immagine qui a lato) mostra la densità di stelle in ogni porzione di cielo, con le regioni più chiare che indicano le aree a più densa concentrazione di astri.
Il disco luminoso che attraversa l'immagine è il piano galattico, una struttura larga 100.000 anni luce e spessa 1.000, nella quale si addensa la maggior parte delle stelle. Le linee più scure che attraversano il disco sono nubi di gas interstellare.
Gli ammassi globulari (le scritte in bianco) e quelli aperti (in giallo), gruppi di stelle dalla gravità condivisa, sono disseminati nell'immagine. In basso a destra si vedono la Grande e la Piccola Nube di Magellano, due galassie nane che orbitano attorno alla Via Lattea. In basso a sinistra si vedono anche Andromeda, la più grande galassia vicina, e il suo satellite, la Galassia del Triangolo (M33).
A caccia di nuove Terre. La missione che avrebbe dovuto mappare un miliardo di stelle entro il 2017 è destinata a superare le aspettative e ad acquisire dati su 2-2,5 miliardi di astri. Da queste analisi si ricaveranno dati preziosi sull'alone di materia oscura che si pensa circondi il disco visibile della Via Lattea, e sulla presenza di esopianeti attorno alle stelle diverse dal Sole. Entro la fine della missione Gaia potrebbe identificare fino a 70.000 nuovi "mondi", un numero impressionante rispetto ai 3.500 trovati finora.