Euclid, il satellite-telescopio spaziale dell'Esa, sta realizzando una gigantesca e dettagliatissima mappa dell'Universo. Al momento l'Agenzia Spaziale Europea ha rilasciato solo l'uno per cento di questo monumentale lavoro: il primo tassello di quello che sarà un gigantesco mosaico di 132 gradi quadrati, un'area grande circa 500 volte la superficie occupata dalla Luna piena nel cielo.
Definizione altissima. La prima parte della mappa, un enorme mosaico da 208 gigapixel, è stata realizzata con due strumenti a bordo dell'osservatorio, il Visible Instrument e il Near Infrared Spectrometer. All'interno dell'immagine si possono contare circa 100 milioni di oggetti, tra stelle e galassie. Queste ultime, circa 14 milioni, saranno di grande aiuto agli astronomi per studiare la materia oscura, qualcosa che sappiamo esistere per i suoi effetti gravitazionali, ma la cui composizione al momento sfugge.
Nell'immagine si possono osservare numerosi "cirri galattici", nubi di gas e polveri interstellari che per l'aspetto ricordano le nuvole che i meteorologici chiamano cirri, oltre a moltissime stelle. Tra i numerosi ingrandimenti - da 3 fino a 600 volte - si possono individuare galassie che mostrano aspetti al momento ancora sconosciuti.
Studierà l'Universo profondo. Euclid ha la straordinaria capacità di osservare l'Universo facendo ingrandimenti di altissima qualità, come la galassia Abel 3381, che si trova a oltre 600 milioni di anni luce di distanza.
Roberto Scaramella dell'Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma, che è responsabile del gruppo di lavoro di questa mappatura, ha spiegato che le galassie lontane sono l'obiettivo principale degli studi cosmologici di Euclide, in quanto sono quelle che permettono di studiare al meglio l'evoluzione dell'Universo primordiale.
Tabella di marcia. Dall'inizio del lavoro condotto da Euclid, iniziato lo scorso febbraio, è già stato fatto il 12 per cento del lavoro. Nel 2025 verrà realizzata una pubblicazione che riporterà i dati delle osservazioni dell'Universo che realizzerà il telescopio. Nelle 2026 invece, verranno pubblicati i primi dati derivati da queste osservazioni.
In altre parole, dalle ricadute di questo immenso numero di informazioni che Euclid sta raccogliendo, si potranno ottenere informazioni sull'Universo primordiale che fino a oggi ci sono sfuggite. Il lavoro del telescopio durerà circa sei anni, durante i quali osserverà miliardi di oggetti per dar modo agli astronomi di ricostruire la storia degli ultimi 10 miliardi di anni dell'universo.