Si chiama Human Grasp Assist ed è un guanto robotico che, grazie a una serie di sensori, motorini elettrici e tendini artificiali, riesce a imitare il comportamento di una mano umana. In particolare, consente di impugnare un attrezzo più a lungo e con minore sforzo per i muscoli.
Le prove sulla Stazione spaziale
Col “soprannome” di guanto K o Robo-glove è stato utilizzato nell’ambito del progetto Robonaut2, il primo robot umanoide (realizzato in collaborazione da General Motors e Nasa) a essere lanciato nello spazio: al momento Robonaut2 si trova a bordo della Stazione spaziale internazionale (vedi video alla fine di questa notizia), dove da qualche settimana conduce esperimenti per mettere alla prova la sua sensibilità, la sua precisione e il livello di abilità manuale.
Com'è fatto?
Il sistema pesa circa 900 grammi, viene alimentato da una batteria agli ioni di litio. Nelle punte di ogni dito sono presenti sensori di pressione che “sentono” quando l’astronauta sta afferrando un attrezzo: in una frazione di secondo, i tendini sintetici si ritirano e spostano le dita in posizione di presa.
Il futuro della mano robotica
I risultati sono molto incoraggianti: è stato calcolato che, nel corso delle sue attività, un astronauta arriva ad applicare forze dell’ordine di 7-9 kg, che con l’uso del guanto robotico si ridurrebero a 3 o 4, facendo diminuire, di conseguenza, l'affaticamento e il rischio di infortuni.
In futuro il guanto robotico potrebbe avere applicazioni molto... terrestri, in particolare in campo industriale, facilitando la vita di chi compie lavori manuali e riducendo il rischio di incidenti dovuti a sollecitazioni ripetute.
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