Mentre scienziati e curiosi attendono impazienti che riprenda il conto alla rovescia della missione Artemis, che ci riporterà nell'orbita lunare, si torna a parlare delle origini del nostro satellite. La maggior parte dei planetologi concorda sul fatto che la Luna si sia formata dall'impatto con la Terra di un oggetto grande più o meno come Marte, chiamato Theia, proprio ai primordi della nascita del nostro Pianeta. In realtà ci sono ancora parecchie incognite sui dettagli di questo evento.
Non funziona! La composizione chimica delle rocce lunari studiate finora, infatti, non è pienamente compatibile con questa ipotesi. Un passo avanti nella comprensione di quel che accadde è stato compiuto recentemente da scienziati dell'Institute for Computational Cosmology dell'Università di Durham (Regno Unito) e del NASA's Ames Research Center in California's Silicon Valley.
I ricercatori hanno utilizzato simulazioni realizzate con un supercomputer presente nei laboratori dell'università, grazie alle quali hanno ottenuto un quadro più dettagliato di quanto avvenne. In particolare, gli scienziati hanno simulato centinaia di possibili "varianti" dell'evento, cambiando ogni volta l'angolo di impatto, la velocità della collisione, nonché le masse e le rotazioni dei due corpi che si sono scontrati: in altre parole hanno provato a esplolare un gran numero di probabili scenari che hanno portato alla collisione Terra-Theia.
Conclusione. Il gruppo di studio è giunto alla conclusione che la maggior parte delle simulazioni a bassa risoluzione che erano state eseguite dai planetologi finora avevano fatto trascurare aspetti importanti della collisione; solo con un supercomputer si è riusciti a dedurre elementi che non erano emersi negli studi precedenti.
Solo le simulazioni ad alta risoluzione infatti, hanno realmente portato alla formazione di un satellite del tutto simile alla Luna.
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Stando al nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Letters, gran parte della Luna si è formata immediatamente dopo l'impatto, nell'arco di ore e non su scale di tempi di secoli o decine di secoli. Questo potrebbe significare che durante la formazione si è fusa di meno rispetto a quanto sostenuto dalle teorie standard che ipotizzano che la Luna si sia accresciuta lentamente all'interno di un disco di detriti che ruotava attorno alla Terra.
Ora si spiega. Una Luna che si fosse formata velocemente spiegherebbe per esempio (al contrario delle ipotesi precedenti) come abbia potuto trattenere molta dell'acqua strappata dalla Terra. Inoltre giustificherebbe la circostanza che in molte aree del satellite la composizione sia così simile a quella terrestre.
Questo scenario, dunque, apre nuove strade nell'interpretare i dati a disposizione e le future missioni lunari potrebbero ulteriormente confermare i nuovi indizi sul tipo di impatto che ha portato alla formazione della Luna e raccontare nuovi dettagli sulla storia della Terra stessa.