Che cosa fa di un pianeta... un pianeta? Il problema, come ben sanno i "fan" di Plutone, è ben lontano dall'essere risolto.
In base a una definizione adottata dall'Unione Astronomica Internazionale (IAU) nel 2006, per rientrare in questa categoria un corpo celeste deve essere di forma sferoidale e avere una massa sufficiente a mantenere la sua orbita sgombra da altri oggetti di dimensioni comparabili. Questi criteri escludono Plutone, ma lasciano in una zona d'ombra anche molti degli esopianeti individuati finora.
Soglia critica. Jean-Luc Margot, astrofisico dell'Università della California di Los Angeles, ha voluto calcolare quale sia la massa necessaria affinché un pianeta raggiunga gli standard richiesti dalla IAU: una definizione matematica che possa essere applicata nel Sistema Solare, così come ai nuovi, presunti esopianeti che si scoprono di continuo.
Un'altra Luna. In base ai suoi calcoli, presentati al meeting della Division of Planetary Sciences la scorsa settimana, la Luna avrebbe tutte le carte in regola (ossia una massa sufficiente) per essere considerata un pianeta anch'essa. Il sistema Terra-Luna, in base a questi criteri, potrebbe essere considerato un pianeta doppio. Ma - precisa Margot - la IAU non ha ancora aggiornato la definizione del termine "satellite". Se dovesse farlo, nella prossima finestra utile che si presenterà nel 2018, i nuovi criteri potrebbero cambiare il modo in cui ci riferiamo a satelliti e sistemi planetari doppi.
Non c'è verso. Tristi notizie, invece, per Plutone. Neanche con i nuovi criteri proposti, il pianeta nano potrebbe conquistare lo status di pianeta a tutti gli effetti. Ha infatti troppa compagnia nella fascia di Kuiper per rientrare negli standard proposti. Chi lo vorrebbe finalmente riabilitato a pianeta dovrà farsene una ragione.