La galassia NGC 2442, detta “Gancio da Macellaio” si distingue molto bene a causa dei suoi bracci asimmetrici. Si trova ad una distanza di circa 50 milioni di anni luce in direzione della costellazione australe del Pesce Volante e il suo aspetto sbilenco è probabilmente dovuto all’interazione gravitazionale con un’altra galassia verificatasi ad un certo punto della sua storia – anche se finora non è stato possibile identificare con sicurezza il colpevole.
La distribuzione a doppio uncino delle stelle e delle nebulose di cui è formata è asimmetrica: uno dei due bracci è allargato e si allontana dal nucleo, l’altro è più ripiegato su sé stesso. Il telescopio spaziale Hubble e il telescopio da 2,2 metri di diametro dell’ESO (La Silla, Cile), hanno fornito due diverse vedute di questa curiosa galassia che aiuteranno a capire il perché della sua forma. È probabile che, a un certo punto della sua storia, questa galassia abbia interagito con un'altra che, tuttavia, non è stato ancora possibile identificare con sicurezza.
Uno dei bracci a spirale, dove nel 1999 una stella massiccia è esplosa alla termine della propria esistenza, diventando una supernova, è ripiegato su se stesso, mentre l’altro, punteggiato da zone di intensa e recente formazione stellare, si allunga lontano dal nucleo. Confrontando precedenti osservazioni effettuate da terra, le immagini di Hubble del 2001 e queste della fine del 2006, è stato possibile studiare in dettaglio cosa è successo alla stella negli ultimi momenti della sua vita. Quando è stata ottenuta questa immagine la supernova era già affievolita e non è quindi visibile.
Questa immagine a grande campo, ottenuta con lo strumento WFI (Wide Field Imager) del telescopio dell’ESO, mostra molto bene la forma a doppio uncino che dà alla galassia il suo soprannome. In basso a destra si vede una galassia vicina a NGC 2442 ed altre altre molto più lontane. ESO
Anche se il WFI, da terra, non può raggiungere la nitidezza delle immagini del telescopio spaziale Hubble, può però riprendere in una sola immagine una zona molto più ampia del cielo. I due strumenti spesso forniscono informazioni complementari.
Un primo piano ottenuto dal telescopio spaziale Hubble si concentra sul nucleo della galassia e sul più compatto dei due bracci a spirale. NASA
Le osservazioni dell’ESO, diversamente da quelle di Hubble, evidenziano anche l’altra estremità del ciclo della vita delle stelle. Lungo gran parte della galassia, e in particolare nel braccio a spirale più esteso, appaiono macchie rosa e rosse. Tale colore è dovuto all’idrogeno gassoso presente in abbondanza nelle zone di formazione stellare: la radiazione molto energetica prodotta dalle stelle neonate eccita il gas che forma la nube in cui sono nate, che di conseguenza risplende di rosso.
L’interazione con un’altra galassia, che ha dato a NGC 2442 la sua forma asimmetrica, ha probabilmente contribuito anche a innescare questi intensi e recenti episodi di formazione stellare. Le stesse forze di marea che hanno deformato la galassia hanno anche disgregato le nubi di gas e dato inizio al loro collasso gravitazionale.