Spazio

La fine violenta della missione lunare GRAIL

Alle 23,30 ora italiana del 17 dicembre 2012 le due sonde gemelle della missione GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory) si sono schiantate in un'area...

GRAIL

Gravity Recovery and Interior Laboratory

Sally K. Ride

Shuttle

Rappresentazione artistica della missione GRAIL. Le due sonde hanno orbitato attorno alla Luna per quasi un anno lavorando in tandem e fornendo la più dettagliata mappa gravimetrica del nostro satellite finora disponibile. (NASA/JPL)

Ebb

Flow

mappa gravimetrica

Le due mappe mostrano la densità degli altopiani lunari della faccia visibile (sinistra) e nascosta (destra) della Luna. La mappa, ottenuta utilizzando i dati gravimetrici dalla missione GRAIL e quelli topografici ottenuti dall’altra missione della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), mette quindi in evidenza le differenze di densità della superficie nei due emisferi del nostro satellite. I cerchi pieni circoscrivono i principale bacini da impatto. Il colore bianco indica regioni che contengono distese di basalti e che non sono stati analizzati in precedenza, mentre il rosso corrisponde a regioni di densità media più alta e il blu a regioni di densità più bassa. Le macchie bianche visibili nelle mappe, corrispondono ai cosiddetti “mascon”, forti anomalie gravitazionali dovute a particolari concentrazioni di massa al di sotto della superficie. In particolare, sono dovuti a un’alta concentrazione di materiale basaltico di origine vulcanica. (NASA/ARC/MIT)

la crosta della Luna è più sottile di quanto si fosse pensato finora: soltanto 34 - 44 km.

strutture lineari (“dicchi”)

Le due mappe, ottenute usando i dati gravimetrici della missione GRAIL e quelli topografici della missione LRO, mostrano lo spessore della crosta della Luna nell’emisfero visibile (sinistra) e in quello nascosto (destra). La crosta dell’emisfero visibile è mediamente meno spessa rispetto a quella della faccia nascosta di circa 20 km. Le stelle indicano le zone ricche di minerali contenenti olivina, che rappresentano materiali provenienti dal mantello del nostro satellite. Le maggiori concentrazioni di olivina si trovano in corrispondenza del mare Crisium, dove la crosta ha uno spessore inferiore a 1 km. (NASA/JPL-Caltech/ IPGP)

La risoluzione della mappa è, infatti, di soli 13 km

Webb

Flow

19 dicembre 2012 Mario Di Martino
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