Dopo la cometa Churyumov-Gerasimenko, la "67P", attorno al cui nucleo da circa un mese orbita la sonda Rosetta (vedi lo speciale Rosetta e la cometa), un altro di questi oggetti farà parlare di sé tra non molto. È la cometa Siding Spring, che il prossimo 19 ottobre transiterà a poco più di 130.000 da Marte, circa un terzo della distanza Terra-Luna.
La cometa che viene da lontano. La cometa C/2013 A1 Siding Spring è una cometa non periodica individuata il 3 gennaio 2013 da Robert McNaught e che ha preso il nome dell’osservatorio australiano da cui è stata scoperta. La Siding Spring si trova adesso ben all’interno del raggio dell’orbita di Giove. Il suo piano orbitale è inclinato di 129° rispetto a quello dell’eclittica (il piano dell’orbita terrestre) e questa forte inclinazione sta a indicare che proviene dalla Nube di Oort, l’enorme inviluppo di corpi ghiacciati che avvolge la parte interna del nostro sistema planetario. E che arriva da molto lontano ce lo dice anche il suo periodo di rivoluzione attorno al Sole, che è stato stimato essere superiore a 1 milione di anni.
passaggio molto ravvicinato. Sulla base dei dati attuali non diventerà sufficientemente luminosa da essere visibile a occhio nudo dalla Terra: al massimo raggiungerà l’ottava magnitudine e potrà quindi essere osservata con un buon binocolo o con un piccolo telescopio. La Siding Spring raggiungerà il suo perielio (il punto più vicino al Sole), a una distanza di circa 210 milioni di km, il prossimo 25 ottobre. Ma una settimana prima, il 19 ottobre, sfiorerà Marte, passando dal pianeta rosso a poco più di 130.000 km, una distanza pari a circa un terzo di quella che separa la Terra dalla Luna.
Si stima che la Siding Spring al momento del passaggio ravvicinato con Marte produrrà circa 100 kg di polveri al secondo, sfiorando il pianeta e gli orbiter ad una velocità di circa 56 km/s (poco più di 200.000 km/h), una velocità alla quale una particella di mezzo millimetro potrebbe causare danni significativi ai veicoli spaziali in orbita attorno al Pianeta Rosso.
pericolo ATTORNO A marte. La NASA al momento ha due orbiter operativi (Mars Recognition Orbiter e Mars Odissey) e un terzo, il Mars Atmosphere Volatile Evolution (MAVEN), che entrerà in orbita marziana il 21 settembre, giusto in tempo per osservare lo spettacolo del passaggio ravvicinato della cometa. Dell’ESA è la sonda Mars Express, mentre per il prossimo 24 settembre è previsto l’arrivo della sonda indiana Mars Orbiter Mission (MOM), battezzata Mangalyaan, che in sanscrito significa “imbarcazione marziana”.
La strategia scelta è quella di fare in modo che i veicoli spaziali, grazie a opportune manovre orbitali, si trovino il più lontano possibile dalla cometa durante il suo passaggio. Il momento di maggior rischio per le sonde in orbita inizierà circa un’ora dopo l'avvicinamento massimo della cometa a Marte e durerà una ventina di minuti.
Il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha effettuato l’ultima manovra che lo porterà in posizione di sicurezza il 27 agosto, mentre Mars Odyssey ha effettuato una manovra simile il 5 agosto. Per MAVEN la manovra cautelare verrà eseguita il 9 ottobre.
SCAMBIO DI PIANETI. Se Marte fosse la Terra, la cometa Siding Spring passerebbe a circa 1/3 della distanza che ci separa dalla Luna, mentre l'incontro più vicino tra la Terra e una cometa in epoca storica è avvenuto l’1 luglio 1770, quando la cometa Lexell (D/1770 L1) transitò dalla Terra ad una distanza di soli 2,2 milioni di km.
Naturalmente, prima, durante e dopo il passaggio della cometa tutti gli strumenti degli orbiter e dei due rover ancora attivi sulla superficie marziana, Opportunity e Curiosity, saranno puntati sulla Siding Spring per studiarne il nucleo, la chioma e la coda, così come i possibili effetti sull'atmosfera marziana.
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