Una variante della capsula Dragon, la navicella di SpaceX che trasporta rifornimenti (e presto anche persone) sulla Stazione Spaziale Internazionale, potrebbe aiutare gli scienziati a recapitare sulla Terra materiale raccolto sul suolo marziano.
L'idea non è del tutto nuova, ma è stata rilanciata nei giorni scorsi da alcuni scienziati della Nasa che, nel corso di una conferenza presso l'Ames Research Center, hanno parlato della possibilità di spedire su Marte un capsula dotata di braccia robotiche, per prelevare campioni da un rover già presente sul posto.
Andata e ritorno. Da tempo nei laboratori dell'Ames Research Center della Nasa stanno pensando a una missione sul Pianeta Rosso che sfrutti un razzo Falcon di nuova generazione e, come lander, una capsula Dragon opportunamente modificata, la cosiddetta Red Dragon.
Su Marte la navicella si incontrerebbe con un rover in missione esplorativa, per "farsi consegnare" sassi, polveri e altri elementi da portare sulla Terra. Le braccia artificiali permetterebbero inoltre di estrarre ulteriori campioni direttamente dal terreno marziano.
Obiettivo 2020. Lo scenario disegnato dagli ingegneri della Nasa, la cui fattibilità è al momento difficile da decifrare, prevede che Red Dragon lavori a braccetto con il rover della missione Mars 2020. Ma si tratta appunto di un'ipotesi, perché al momento il lander è un semplice concept su carta.
Il patron di SpaceX Elon Musk, che non è mai stato coinvolto in prima persona nel progetto, ha comunque dato la sua benedizione all'idea, cinguettando via Twitter che la capsula Dragon V2 «è concepita per atterrare su ogni tipo di superficie (liquida o solida) nel sistema solare. Sono felice di vedere che qualcuno pensi a possibili applicazioni».