500 anni fa Keplero, l'astronomo tedesco, si ritagliò uno spazio nella Storia lasciandoci in eredità le equazioni che descrivono il moto dei pianeti. Oggi un suo... omonimo, il telescopio della Nasa Kepler, ottiene un nuovo, storico risultato nel campo della ricerca di pianeti simili alla Terra al di fuori del nostro sistema solare.
Kepler-20e e Kepler-20f
È di qualche giorno fa, infatti, la notizia che il telescopio spaziale messo in orbita dalla Nasa nel 2009 ha individuato non uno, ma ben due esopianeti dalle dimensioni simili a quelle della Terra: si tratta di Kepler-20e e Kepler-20f, in orbita attorno alla stella Kepler-20 che si trova a 946 anni luce da nostro Pianeta (vedi video a fine pagina). Questo non significa necessariamente che possano offrire le condizioni ideali per la vita: i due pianeti descrivono orbite molto vicine al loro "sole" e dunque presentano temperature elevatissime, in grado di vaporizzare ogni forma di atmosfera.
(Quanti esopianeti ha scoperto Kepler? Ecco il catalogo completo)
Come fa Keplero a scoprire questi pianeti?
Il telescopio della Nasa opera una "scansione" su oltre 100 mila stelle e concentra la sua attenzione su quelle di cui "vede" ridurre la luminosità temporaneamente e a intervalli di regolari. Individuati i "canditati", resta da scoprire se il fenomeno è causato dal passaggio di un eventuale pianeta che ruota attorno alla sua stella (oscurandola): questa seconda parte dello studio si sposta sui grandi telescopi di Terra, che analizzano masse e campi gravitazionali.
Nel caso di Kepler-20, appunto, il verdetto è giunto dal telescopio Hale di Palomar, in California, che ha confermato: a "modificare" la luminosità di questa stella è proprio il passaggio di Kepler-20e e Kepler-20f.
Niente oceani
Il primo è un po' più piccolo della Terra (il raggio è l'87%), il secondo un po' più grande (103%). Orbitano attorno alla loro stella più vicino di quanto non faccia Mercurio intorno al Sole. Kepler-20e impiega 6 giorni terrestri a compiere un giro completo e presenta una temperatura di circa 700°C. Kepler-20f impiega 20 giorni e presenta temperature superiori ai 400°C. Condizioni alle quali è impensabile avere oceani d'acqua o un'atmosfera come quella terrestre: molto più probabile la presenza di rocce riicche di silice e di ferro. Nessuno dei pianeti due ruota, mentre orbita attorno alla stella, sul proprio asse: significa che una faccia sarà sempre illuminata e l'altra continuamente in ombra.
E in futuro?
«È 'l'inizio di un'era» dice Francois Fressin, astronomo dell'Harvard-Smithsonian Center di Cambridge, Massachusetts. Fressin, che ha descritto la scoperta in un articolo pubblicato dalla rivista Nature, sostiene: «Grazie a Kepler saremo presto in grado di rilevare questo tipo di pianeti anche attorno ad altre stelle e ad altre distanze».
Recentemente Kepler aveva anche confermato la scoperta del primo pianeta che si trova all’interno della cosiddetta “zona abitabile”, cioè la regione intorno ad una stella dove l’acqua può esistere allo stato liquido sulla superficie di eventuali pianeti rocciosi. Kepler ha anche scoperto più di 2.000 nuovi candidati come esopianeti, raddoppiando quasi il loro numero dall’inizio della missione (vedi notizia)
Kepler-20e e Kepler-20f
È di qualche giorno fa, infatti, la notizia che il telescopio spaziale messo in orbita dalla Nasa nel 2009 ha individuato non uno, ma ben due esopianeti dalle dimensioni simili a quelle della Terra: si tratta di Kepler-20e e Kepler-20f, in orbita attorno alla stella Kepler-20 che si trova a 946 anni luce da nostro Pianeta (vedi video a fine pagina). Questo non significa necessariamente che possano offrire le condizioni ideali per la vita: i due pianeti descrivono orbite molto vicine al loro "sole" e dunque presentano temperature elevatissime, in grado di vaporizzare ogni forma di atmosfera.
(Quanti esopianeti ha scoperto Kepler? Ecco il catalogo completo)
Come fa Keplero a scoprire questi pianeti?
Il telescopio della Nasa opera una "scansione" su oltre 100 mila stelle e concentra la sua attenzione su quelle di cui "vede" ridurre la luminosità temporaneamente e a intervalli di regolari. Individuati i "canditati", resta da scoprire se il fenomeno è causato dal passaggio di un eventuale pianeta che ruota attorno alla sua stella (oscurandola): questa seconda parte dello studio si sposta sui grandi telescopi di Terra, che analizzano masse e campi gravitazionali.
Nel caso di Kepler-20, appunto, il verdetto è giunto dal telescopio Hale di Palomar, in California, che ha confermato: a "modificare" la luminosità di questa stella è proprio il passaggio di Kepler-20e e Kepler-20f.
Niente oceani
Il primo è un po' più piccolo della Terra (il raggio è l'87%), il secondo un po' più grande (103%). Orbitano attorno alla loro stella più vicino di quanto non faccia Mercurio intorno al Sole. Kepler-20e impiega 6 giorni terrestri a compiere un giro completo e presenta una temperatura di circa 700°C. Kepler-20f impiega 20 giorni e presenta temperature superiori ai 400°C. Condizioni alle quali è impensabile avere oceani d'acqua o un'atmosfera come quella terrestre: molto più probabile la presenza di rocce riicche di silice e di ferro. Nessuno dei pianeti due ruota, mentre orbita attorno alla stella, sul proprio asse: significa che una faccia sarà sempre illuminata e l'altra continuamente in ombra.
E in futuro?
«È 'l'inizio di un'era» dice Francois Fressin, astronomo dell'Harvard-Smithsonian Center di Cambridge, Massachusetts. Fressin, che ha descritto la scoperta in un articolo pubblicato dalla rivista Nature, sostiene: «Grazie a Kepler saremo presto in grado di rilevare questo tipo di pianeti anche attorno ad altre stelle e ad altre distanze».
Recentemente Kepler aveva anche confermato la scoperta del primo pianeta che si trova all’interno della cosiddetta “zona abitabile”, cioè la regione intorno ad una stella dove l’acqua può esistere allo stato liquido sulla superficie di eventuali pianeti rocciosi. Kepler ha anche scoperto più di 2.000 nuovi candidati come esopianeti, raddoppiando quasi il loro numero dall’inizio della missione (vedi notizia)