Spazio

Kepler 78b, il pianeta gemello della Terra ha una superficie rovente

Il "clone" extrasolare scovato dall'osservatorio Kepler della Nasa ha caratteristiche fisiche comparabili a quelle terrestri, ma è troppo caldo per ospitare la vita.

Misure alla mano non ci sono dubbi: Kepler 78b, un esopianeta roccioso individuato dall'osservatorio orbitante della Nasa Kepler prima del guasto della scorsa estate, è molto simile alla Terra. La sua massa e la sua densità sono paragonabili a quelle della nostra casa celeste: per la prima volta gli esperti sono riusciti a misurarle.

L'oggetto spaziale che dista 700 anni luce da noi avrebbe quindi molte carte in regola per ospitare la vita se non fosse per non trascurabile dettaglio: la distanza dalla sua stella madre è talmente irrisoria che il clima, sulla sua superficie, è infernale.

Le caratteristiche fisiche di questo distante "gemello" della Terra sono descritte in due diversi articoli pubblicati sulla rivista Nature, nati da una collaborazione internazionale tra l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), il Telescopio nazionale Galileo nelle Canarie e lo spettrometro Hires del Keck Observatory delle Hawaii.

Kepler 78b ha un raggio tra il 16 e il 20 per cento superiore a quello terrestre, e la sua massa è compresa tra 1,69 e le 1,86 masse terrestri. La sua densità è stimabile tra i 5,3 e i 5,57 grammi per centimetro cubo (contro i 5,5 della densità terrestre).

Numeri così precisi sono difficili da trovare (da qui l'importanza dei due studi). Per calcolare questi parametri gli scienziati si avvalgono delle variazioni di luminosità della stella dei sistemi extrasolari causate dallo spostamento dei pianeti.

Spesso queste variazioni sono troppo piccole per essere individuate con precisione, ma nel caso di Kepler 78b ha giocato un ruolo fondamentale la piccola distanza dalla stella madre: poco più di un milione di chilometri (contro una distanza media Terra Sole di 149 milioni e 600 mila chilometri).

Il periodo di rivoluzione del pianeta è di sole 8,5 ore e benché la sua stella raggiunga solo il 70% della massa del Sole, tanto basta per far schizzare la temperatura del pianeta a (forse) 2 mila °C.

La distanza irrisoria dalla stella rende impossibile la vita ma accentua l'effetto Doppler sullo spettro elettromagnetico emesso dall'astro, un dato che ha reso più facile l'analisi del pianeta.

La scoperta è stata possibile grazie al lavoro di Harps-N, lo spettrometro installato al Telescopio Nazionale Galileo (Tng), nelle isole Canarie, che ha la caratteristica di essere rivolto verso la stessa costellazione - quella del Cigno - cui rivolgeva lo "sguardo" anche Kepler.

Gli stessi parametri sono stati misurati anche dal telescopio Keck alle Hawaii, e i risultati sono stati i medesimi (da qui anche la pubblicazione coordinata delle due ricerche).

La caccia a un pianeta alieno simile al nostro promette nuovi colpi di scena: soprattutto nei prossimi anni, quando dispiegheranno le "ali" il Transiting Exoplanet Survey Sat­ellite (TESS), il telescopio spaziale della Nasa erede di Kepler, e l'Hubble del futuro, il James Webb Space Telescope (JWST). Ma per vederli in azione dovremo aspettare, rispettivamente, il 2017 e il 2018.

Guarda anche un'animazione che mostra Kepler 78b insieme alla sua stella (video credit: INAF)


31 ottobre 2013 Elisabetta Intini
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