Aggiornamento del 5 luglio, ore 7.30: l'inserimento in orbita è avvenuto con successo
Una frenata al cardiopalmo porrà fine, questa notte, al viaggio quinquennale di Juno: alle 5:18 ora italiana delle prime luci di martedì 5 luglio (la notte del 4 luglio, negli USA), la sonda della Nasa accenderà i motori principali per 35 minuti, fino a raggiungere la velocità di 542 metri al secondo (1.950 km orari), necessaria per essere catturata in un'orbita lunga 53,5 giorni terrestri.
Autonoma. Per i tecnici di missione del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, in California, saranno attimi interminabili. Per puntare i motori nella corretta direzione, Juno, che dal 30 giugno prosegue col pilota automatico, non avrà l'antenna principale rivolta verso Terra. Tutto quello che riceveremo saranno alcuni brevi segnali radio - a diverse frequenze e della durata di circa 3 secondi ciascuno - inviati dall'antenna a basso guadagno.
In differita. Il tutto, con un ritardo nelle comunicazioni di 48 minuti: se il motore non si accendesse, o funzionasse per una durata di tempo limitata (serve una spinta di almeno 20 minuti sui 35 previsti), lo verremmo a sapere ormai a cose fatte. La sonda da 1,1 miliardi di dollari (990 milioni di euro) finirebbe in un'orbita eliocentrica senza utilità, e senza possibilità di un secondo tentativo di aggancio.

Come una trottola. Prima del rischioso aggancio Juno dovrà anche aumentare la propria velocità di rotazione da 2 a 5 giri al minuto, così da raggiungere un assetto più stabile. A fine manovra, la sonda tornerà gradualmente a 2 giri al minuto, e si rivolgerà di nuovo in direzione del Sole. Durante le fasi cruciali dell'operazione, i pannelli solari non si troveranno perfettamente allineati al Sole e la sonda dovrà funzionare principalmente a batterie.
Ritorno alla normalità. Se tutto va secondo i piani, alle 6:07 i pannelli solari dovrebbero di nuovo essere puntati verso il Sole, e alle 6:16 Juno dovrebbe ricominciare a trasmettere una telemetria dettagliata a Terra (e non soltanto sporadici segnali). Alle 7:00 del mattino ora italiana, la Nasa terrà una conferenza stampa per aggiornare sull'esito dell'operazione.
Solo l'essenziale. Nel corso dell'aggancio non saranno scattate foto: data la pericolosità della manovra, tutti i principali strumenti scientifici della sonda sono stati disattivati cinque giorni prima dell'arrivo, e saranno riaccesi, se tutto procede bene, circa 50 ore dopo l'inserzione.
In diretta. Nonostante l'intera missione di Juno sia ad alto rischio, per l'abbondanza di radiazioni a cui la sonda sarà sottoposta, l'aggancio dell'orbita gioviana è considerato il momento più difficile del viaggio. Le prossime ore saranno quindi di importanza cruciale.
Se siete mattinieri, potete seguire le operazioni su NASA TV e su Ustream dalle 4:30 italiane.








