Dopo tante preoccupazioni, i tecnici, gli ingegneri e gli scienziati dell'Agenzia spaziale giapponese (Jaxa) questa notte sono riusciti a far atterrare per la seconda volta la sonda Hayabusa 2 sulla superficie dell'asteroide 162173 Ryugu e a farle raccogliere un altro campione di suolo da riportare a Terra. Poi la sonda si è staccata e si è riportata a una quota sicura, dove stazionerà in attesa di ulteriori ordini. Nelle settimane scorse si era discusso molto se procedere o meno con la missione programmata: la seconda discesa della sonda presentava molte criticità, una volta preso atto dell'inattesa natura estremamente accidentata del terreno sull'asteroide e un campione era già stato prelevato con il touchdown del febbraio scorso, ma alla fine si era deciso di procedere.


La manovra è durata ore: l'Hayabusa (falco pellegrino) è stata fatta scendere a una velocità prossima allo zero, quindi, quando si è trovata a 30 metri di quota, la sonda ha individuato il bersaglio luminoso bianco che era stato rilasciato a 20 metri di distanza dal piccolo cratere artificiale prodotto nell'aprile scorso proprio con lo scopo di prelevare un campione di materiale non di superficie, perciò presumibilmente inalterato fin dalla formazione dell'asteroide stesso.
Seguendo l'indicatore, la sonda ha toccato la superficie di Ryugu quando in Italia erano le 3:15 circa: a quel punto, con un meccanismo robotizzato, della polvere è stata prelevata e riposta all'interno della sonda. Quando l'Hayabusa sarà ritornata a Terra sapremo anche quanta polvere è stata prelevata e se ce n'è a sufficienza per distribuirla a vari laboratori. L'ultima fase della missione prevede adesso che l'Hayabusa 2 faccia scendere sull'asteroide il micro rover MINERVA-II, che raccoglierà informazioni direttamente dalla superficie: il rover si muoverà sull'asteroide a piccoli salti, uno ogni 15 minuti, per spostarsi di una quindicina di metri.