Spazio

Iperione visto da vicino

La sonda Cassini ha effettuato l’ultimo fly-by di una delle più intriganti lune di Saturno.

Iperione è uno dei 62 satelliti naturali di Saturno finora conosciuti. Fu scoperto nel 1848 e il suo nome deriva da quello di uno dei dodici titani, figli di Urano e di Gea.

Questa luna saturniana, le cui dimensioni sono di 360×266×205 km, è il corpo irregolare più grande finora conosciuto del Sistema Solare e sembra probabile che sia un frammento di un corpo di dimensioni maggiori, interessato da un impatto catastrofico in un lontanissimo passato.

Una rotazione caotica. Le immagini riprese dalla sonda Voyager 2 e le osservazioni effettuate dalla Terra hanno mostrato che la rotazione di Iperione è caotica, ossia che il suo asse di rotazione si sposta in maniera imprevedibile con il passare del tempo. Iperione è attualmente l'unico corpo conosciuto del Sistema Solare, a parte alcuni asteroidi di piccole dimensioni, che presenti una rotazione di questo tipo.

Diverse caratteristiche di Iperione contribuiscono a causare la rotazione caotica. Oltre alla forte irregolarità della forma, la sua orbita è fortemente eccentrica, e questa caratteristica lo porta ad avvicinarsi periodicamente ad un satellite particolarmente massiccio, Titano, con cui si trova in risonanza orbitale 3:4, cioè mentre Iperione compie tre orbite attorno a Saturno, Titano, che è più vicino al pianeta, ne compie quattro.

Particolare della superficie della luna di Saturno, Iperione, ripresa dalla sonda Cassini durante l’ultimo fly-by dello scorso 31 maggio. © NASA/JPL-Caltech/SSI

Una superficie scura e martoriata da impatti. A differenza della maggior parte dei satelliti naturali di Saturno, Iperione presenta una riflettività (albedo) bassa (30%), essendo ricoperto da uno strato di materiale scuro.

Le ipotesi sulle cause di una così bassa albedo sono diverse; potrebbero essere residui del metano proveniente dall'atmosfera di Titano dissociato dalla radiazione solare, oppure potrebbe trattarsi di anidride carbonica congelata mista a idrocarburi. Una terza possibilità è che si tratti di materiale scuro disperso nello spazio e proveniente dall’altro satellite Febe, che può aver scurito la superficie, come successo nel caso di Giapeto. Iperione mostra infatti una colorazione più rossa di quella di Febe e assai simile a quella del materiale scuro presente su Giapeto.

La superficie di Iperione è dominata da un vasto cratere largo circa 120 km e profondo 10 km. Il corpo si presenta ricco di crateri minori profondi e particolarmente scoscesi, che gli conferiscono un tipico aspetto spugnoso; il fondo dei crateri più vecchi è colmo di materiale molto scuro.

Come la maggior parte delle lune di Saturno, Iperione è caratterizzato da una bassa densità (poco più della metà della densità dell’acqua). Si tratta quindi di un oggetto dalla struttura porosa e costituito per lo più da ghiaccio d'acqua, con una piccola percentuale di rocce.

L'ultimo sorvolo. Lo scorso 31 maggio la sonda Cassini ha sorvolato per l'ultima volta Iperione.

Il fly-by è avvenuto alla distanza di 34.000 km dalla superficie del satellite. I dati inviati a terra durante il passaggio ravvicinato hanno confermato che la sua superficie è stata drammaticamente plasmata da numerosi impatti. Come è possibile vedere nelle immagini, Iperione presenta innumerevoli crateri da impatto, la cui formazione è facilitata dalla bassa densità dell’oggetto. Data la sua struttura abbastanza porosa, ogni corpo cosmico che collide con la sua superficie dà origine un profondo cratere.

Particolare della superficie della luna di Saturno, Iperione, ripresa dalla sonda Cassini durante l’ultimo fly-by dello scorso 31 maggio. NASA/JPL-Caltech/SSI © NASA/JPL-Caltech/SSI

Iperione è già stato visitato dalla sonda Cassini in due diverse occasioni: il 26 settembre 2005, da una distanza record di soli 505 km, e nel 2010. Nell'incontro di pochi giorni fa, i responsabili della missione speravano di poter dare un'occhiata alle regioni rimaste inesplorate dopo i due precedenti sorvoli, ma data la natura caotica e imprevedibile del moto di rotazione di Iperione non era possibile prevedere se ciò sarebbe stato possibile. A quanto risulta da un rapido confronto delle immagini, pare che ciò non sia accaduto: i territori fotografati quest'anno infatti corrispondono quasi del tutto a quelli già visti più da vicino nel 2005.

La fine della sonda Cassini. Il prossimo incontro della Cassini è previsto per il 16 giugno, quando la sonda passerà a soli 516 km dalla superficie ghiacciata di Dione. Più tardi nell'anno, la sonda tornerà a far visita a Encelado, tuffandosi a soli 48 km di quota in uno dei suoi potenti getti di vapore ghiacciato geyser al di sopra del polo sud. Entro la fine dell'anno, Cassini abbandonerà per sempre la sua orbita equatoriale attorno a Saturno e dovrà quindi dire addio alle affascinanti lune del pianeta degli anelli per iniziare un anno di preparazione tecnica al gran finale del 2017: attraversare gli anelli di Saturno per poi tuffarsi nell’atmosfera del pianeta, terminando così la sua più che onorata ventennale carriera.

5 giugno 2015 Mario Di Martino

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