Vivere la sensazione dell’assenza di gravità sembra solo un’avventura per astronauti. Invece è possibile farlo anche “sulla Terra”. Come? Con un aereo che percorre una traiettoria parabolica. La Nasa e l’Esa hanno velivoli appositamente preparati per le esercitazioni degli astronauti e per compiere piccoli esperimenti scientifici. Grazie all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), siamo saliti su uno di questi aerei e abbiamo sperimentato per alcuni minuti la stessa sensazione di microgravità che provano gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
come si svolge il volo parabolico? L’aereo, un Airbus A310 leggermente modificato, quando è già a circa 6mila metri di altitudine sale di altri 1500 metri con un angolo di circa 45-50 gradi. L’aereo arriva così a un’altitudine di 7,5 km in circa 20 secondi durante i quali, a bordo, si è soggetti a una forza di gravità circa il doppio di quella normale (1,8 g). Successivamente viene tolta potenza ai motori e da quel momento i passeggeri iniziano a provare l’assenza di gravità, per circa 22 secondi.
L’aereo, superato il picco della parabola per inerzia, scende in caduta libera; poco dopo viene ridata potenza ai motori, per riportare l’aereo in volo orizzontale e i passeggeri sono di nuovo soggetti a una gravità maggiore (1,8 g); la parabola a questo punto ricomincia e l’operazione è ripetuta una trentina di volte a volo.
L’assenza di peso non è dunque dovuta all’assenza di gravità ma al fatto che sia gli occupanti sia il velivolo sono in caduta libera, come su un ascensore a cui sono stati tagliati i cavi.
Che cosa si fa durante un volo a zero G. Mentre noi provavamo l’ebrezza di fluttuare nell’aria accompagnati dagli istruttori dell’ESA (vedi video qui in alto), gli altri passeggeri si dedicavano agli esperimenti scientifici.
I voli parabolici sono infatti inseriti nel quadro del programma dell’ESA chiamato Fly Your Thesis. Ogni anno l’agenzia europea seleziona 4 gruppi di studenti universitari e gli permette di compiere i loro esperimenti di carattere scientifico e tecnologico in assenza di gravità.
Sul nostro volo c’era per esempio un gruppo di studenti del Politecnico di Milano con il loro progetto SatLeash, un sistema per mettere al guinzaglio i detriti spaziali e trainarli su orbite e traiettorie che ne favoriscano la disintegrazione controllata durante l’attraversamento dell’atmosfera.
Gli studenti del Politecnico hanno testato i modelli matematici che simulano il comportamento di questi cavi da traino in assenza di gravità.