Venere viene spesso definito come il gemello della Terra, in quanto i due pianeti hanno dimensioni e densità medie molto simili, ma, sulla base dei risultati ottenuti dalla sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) Venus Express, che dall'aprile 2006 è in orbita attorno al pianeta, le similarità non si limiterebbero soltanto a queste due caratteristiche.
I risultati delle analisi di oltre mille immagini ottenute dalla sonda tra il 2006 e il 2007, che hanno permesso di effettuare la prima mappa della superficie dell'emisfero meridionale di Venere nell'infrarosso, fanno pensare che un tempo il pianeta doveva essere più simile alla Terra di quanto non appaia ora, con una crosta soggetta ad un sistema di tettonica a placche e oceani di acqua. Dato che Venere è interamente e permanentemente coperto da uno spesso strato di nuvole, le riprese nello spettro visibile sono impossibili, ma Venus Express ha potuto sfruttare le particolari caratteristiche dello strumento VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer), che è stato concepito in Italia dai ricercatori dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario (IFSI) e realizzato dalla società Galileo Avionica.
La sonda europea ‘Venus Express’.
Agli inizi degli anni ’90 la sonda della NASA Magellan aveva effettuato la cartografia tridimensionale ad alta risoluzione del 98% della superficie di Venere, sfruttando il radar di cui era dotata, ma questa è la prima mappa che permette di ottenere indicazioni anche sulla composizione mineralogica delle sue rocce. I dati ottenuti sono in accordo con l'ipotesi che gli altopiani di Venere fossero un tempo dei vasti continenti circondati da oceani e dotati di attività vulcanica. Non si tratta di una vera e propria dimostrazione, ma i dati ottenuti appaiono essere coerenti. Ciò che si può affermare con certezza è che i plateau appaiono essere differenti dalle restanti regioni.
Le sonde sovietiche della serie Venera che negli anni ’70 e ‘80 si erano posate sulla superficie del pianeta avevano rilevato nei pressi delle loro zone di atterraggio soltanto la presenza di rocce basaltiche. La nuova mappa mostra invece che le rocce degli altopiani denominati Alpha Regio e Phoebe hanno una colorazione più leggera e sembrano essere più vecchi rispetto alla maggior parte della superficie del pianeta. Sulla Terra queste caratteristiche corrispondono a formazioni di granito e ai continenti.
Le rocce granitiche si formano quando rocce basaltiche antiche vengono trascinate all'interno del pianeta dai processi di subduzione prodotti dalla deriva dei continenti ed entrano in contatto con acqua per poi riemergere in superficie grazie all'attività vulcanica. Se su Venere esiste il granito, in passato deve quindi esserci stato un oceano e una tettonica a placche. L'unico modo per essere sicuri che si tratti di antichi continenti sarebbe quello di inviare nuove sonde.
Nel corso del tempo, comunque, Venere deve avere perso nello spazio l’acqua che ricopriva parte della sua superficie, ma è possibile che sia ancora presente un'attività vulcanica, anche se nel periodo di osservazione di Venus Express non sono state rilevate delle differenze di temperatura molto elevate (non più di 20°C), caratteristiche della presenza di flussi lavici. Venere è un pianeta di grandi dimensioni, il cui interno, come nel caso della Terra, viene riscaldato dal decadimento degli elementi radioattivi. Potrebbe quindi avere un'attività vulcanica paragonabile a quella esistente sul nostro pianeta.