Spazio

La Luna in fondo a una piscina: ecco dove si allenano gli astronauti

Una piscina profonda come un palazzo di tre piani, in Germania: qui si riproducono le condizioni di gravità ridotta per consentire agli astronauti di allenarsi in vista di un ritorno sulla Luna.

Con i suoi 10 metri di profondità (parliamo della stessa altezza di una palazzina di 3 piani) è una delle piscine più profonde che siano mai state costruite in Europa: parliamo dell’impianto NBF (Neutral Buoyancy Facility) dell'Agenzia spaziale europea ESA presso l'European Astronaut Centre, vicino a Colonia, in Germania.

Chi ci nuota dentro? Da tre anni la piscina è il campo di allenamento per gli astronauti impegnati nel progetto Moondive, che ha l'obiettivo di simulare alcune delle attività che potrebbero svolgere durante possibili missioni future sulla Luna. Grazie a speciali tute, è stato possibile ricreare le condizioni prodotte dalla forza di gravità lunare (che è un sesto di quella terrestre). Non è, quella di Colonia, l'unica piscina con queste caratteristiche: in Cina, Stati Uniti e Russia ce ne sono di analoghe e sono sfruttate dagli astronauti per allenarsi nelle attività extraveicolari da svolgere durante le passeggiate spaziali fuori dalla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.

L'astronauta Matthias Maurer
L'astronauta Matthias Maurer nelle fasi che precedono una passeggiata spaziale simulata, nel Neutral Buouancy Facility di Colonia. © Esa

Come sulla Luna o su Marte. Spiega Hervè Stevenin, responsabile della formazione e delle operazioni al NBF: «Questo impianto è straordinario perché qui è possibile non solo riprodurre l’assenza di gravità di lunga durata, quella che provano gli astronauti quando compiono le passeggiate spaziali, ma anche la cosiddetta gravità parziale, come quella lunare o marziana.

È possibile far sì che anche le attrezzature usate dagli astronauti siano soggette a "galleggiamento negativo", cioè che siano attratte dalla ridotta gravità». In altre parole la piscina funziona, oltre che da impianto di addestramento per gli astronauti, anche come banco di prova per verificare la funzionalità di nuove attrezzature.

Ritorno sulla Luna. Per costruire queste attrezzature (strumenti e tute) l'Esa si è rivolta alla Comex, una società francese specializzata in esplorazione umana e robotica in ambienti estremi. Dopo aver raccolto le informazioni necessarie (studiando nei dettagli anche le missioni Apollo degli anni Sessanta e Settanta) tecnici e ingegneri hanno a punto gli speciali scafandri che hanno permesso agli astronauti-subacquei di muoversi proprio come facevano gli astronauti sulla Luna. L’NBF fa parte di una serie di risorse (inclusi simulatori virtuali) che l'Esa sta mettendo a punto in vista di future missioni umane sul nostro satellite naturale.

Alcune fasi dell'attività svolta dagli astronauti durante il progetto Moondive. © Esa
19 aprile 2018 Luigi Bignami
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