L'immagine più nitida e precisa mai ottenuta del nucleo della Via Lattea arriva da una rete di radio antenne che ha appena cominciato a funzionare a pieno ritmo: il radiointerferometro sudafricano MeerKAT, il più grande e potente strumento di questo tipo nell'emisfero sud, è ora pienamente operativo con le sue 64 antenne di 13,5 metri di diametro ciascuna, capaci di funzionare in 2.000 diverse configurazioni di coppia, per studiare in tandem la stessa porzione di cielo.
Qualche tempo fa, quando solo 16 delle 64 antenne erano funzionanti, MeerKAT aveva già attirato l'attenzione, individuando centinaia di nuove galassie in una regione celeste dove se ne conoscevano solo 70 (la notizia è qui).
Chi ben comincia... Per dare un assaggio delle sue potenzialità, il radiotelescopio ha ora acquisito questa immagine-cartolina della regione centrale della Via Lattea, a 25 mila anni luce di distanza, dove giace Sagittarius A*. Il buco nero da 4 milioni di masse solari è circondato da una spessa nube di gas e polveri, ma un network di radio antenne di questo tipo può aprire uno spiraglio sull'aspetto di questo "mostro". Un altro progetto separato sta cercando di fotografare l'orizzonte degli eventi (il limite osservabile) del famoso buco nero, che potrebbe essere circondato da almeno una dozzina di fratelli più piccoli.
Che cosa si vede. Nell'immagine, il centro galattico corrisponde all'area più brillante nel mezzo, che si estende per circa 1000 anni luce. Altre zone particolarmente luminose indicano resti di supernove o regioni di formazione stellare. I colori scelti per mostrare i segnali ricalcano l'intensità dei segnali radio acquisiti dal telescopio: il rosso coincide con le emissioni più deboli, il giallo e il bianco con quelle più marcate.
L'immagine mostra con grande chiarezza alcuni filamenti vicino al buco nero, che non si trovano in nessun'altra parte della galassia, e che in alcuni casi risultano associati a segnali radio più compatti, utili forse a spiegarne l'origine. Queste strutture lunghe, sottili e magnetizzate, furono osservate per la prima volta negli anni '80 dal radiotelescopio Very Large Array (VLA), nel Nuovo Messico, ma la loro provenienza rimane misteriosa.