Spazio

Il telescopio spaziale James Webb scopre il suo primo esopianeta

Continuano le osservazioni da parte del telescopio spaziale Webb: l'ultimo "trofeo" è la scoperta del suo primo esopianeta, forse simile a Venere, a 41 anni luce da noi.

Dopo aver fotografato per la prima volta, qualche mese fa, un esopianeta già noto, il telescopio spaziale James Webb è stato utilizzato per confermare la presenza di un nuovo pianeta che ruota attorno ad un'altra stella. E la conferma è ben presto arrivata: secondo i dati raccolti dal telescopio Webb, il pianeta, al quale è stata data la sigla LHS 475 b, possiede dimensioni simili alla Terra e dovrebbe essere di tipo roccioso.

A 41 anni luce da noi. Al telescopio Webb è stato chiesto di confermare se quanto visto dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA, un satellite-telescopio che ha lo scopo di cercare pianeti, fosse realmente un esopianeta perché non se ne aveva la certezza. Al Webb sono bastati due transiti – ossia due passaggi del pianeta davanti alla sua stella – per individuare l'oggetto ed avere la certezza che fosse realmente un corpo simile alla Terra. «Non c'è dubbio che il pianeta sia lì, a 41 anni luce da noi. I dati, estremamente precisi, di Webb lo convalidano», ha affermato Lustig-Yaeger, del laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University a Laurel, nel Maryland.

Grafico James Webb
Questo grafico mostra l’abbassamento di luce della stella madre nel momento in cui il pianeta LHS 475 b è passato tra la stella stessa e il telescopio Webb. La linea gialla indica l'andamento teorico della luminosità per effetto del passaggio, i pallini viola invece indicano i dati rilevati. C'è una perfetta corrispondenza tra modello teorico e dati raccolti. © Webb Telescope/NASA/ESA

Visto che tra tutti i telescopi attualmente operativi solo Webb è in grado di caratterizzare le atmosfere degli esopianeti con dimensioni simili alla Terra, Lustig-Yaeger e i suoi colleghi hanno colto l'occasione per tentare di valutare se ci sia un'atmosfera attorno al pianeta, e nel caso, di individuarne la composizione.

Dubbio atmosfera. «I dati che ha inviato a terra Webb sono molto interessanti», spiega Erin May, anche lei del laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University. «Il telescopio è così sensibile che può facilmente rilevare l'esistenza di una serie di molecole, anche se, al momento, non possiamo ancora trarre conclusioni definitive sulla composizione».

Sebbene gli astronomi non siano riusciti a definire ciò che è presente nell'atmosfera, hanno potuto comunque capire... cosa non è presente. «Possiamo escludere alcune atmosfere di tipo terrestre», ha spiegato Lustig-Yaeger. «Non ci può essere un'atmosfera densa dominata dal metano, simile a quella della luna di Saturno, Titano». Non è da escludere, invece, che ci possa essere un'atmosfera composta quasi unicamente da anidride carbonica, come lo è l'atmosfera di Venere. «Un'atmosfera di anidride carbonica al 100 per cento sarebbe molto "compatta" e ciò la rendebbe difficile da rilevare», ha affermato Lustig-Yaeger.

Simile a venere? Webb ha anche svelato che il pianeta è di qualche centinaio di gradi più caldo della Terra, quindi se ci dovessero essere nuvole non è da escludere che il pianeta sia simile a Venere, pianeta che possiede proprio un'atmosfera di anidride carbonica ed è perennemente avvolto da una fitta coltre di nuvole.

«Siamo in prima linea nello studio di piccoli esopianeti rocciosi», ha detto Lustig-Yaeger. «Abbiamo appena iniziato a "grattare la superficie" per scoprire come potrebbero essere le loro atmosfere».

Per poter fare un passo in avanti i ricercatori hanno in programma di ottenere ulteriori spettri con ulteriori osservazioni durante la prossima estate. «Questi primi risultati osservativi di un pianeta roccioso delle dimensioni della Terra aprono la porta a molte possibilità future per studiare le atmosfere di simili a pianeti come la Terra», ha sottolineato Mark Clampin, direttore della divisione di astrofisica presso il quartier generale della Nasa a Washington. «Webb ci sta avvicinando sempre di più a una nuova comprensione dei mondi simili alla Terra al di fuori del sistema solare e la missione è solo all'inizio». I risultati della scoperta sono stati presentati all'American Astronomical Society (AAS).

12 gennaio 2023 Luigi Bignami
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